Cultura

Oltre la medicalizzazione

Il capitale sociale e le relazioni umani sono elementi fondamentali della salute. Ecco perché anche il non profit deve ripensare le sue categorie. Un volume curato da Carlo Borzaga

di Giuseppe Frangi

l non profit? Rischia di restare vittima dei vecchi stereotipi. In realtà nel campo dell?integrazione sanitaria il suo ruolo è fondamentale. Ne è convinto Carlo Borzaga, docente di Politica economica a Trento e direttore di Issan. Borzaga insieme a Luca Fazzi ha curato l?ultimo volume della rivista Società e salute, tutto dedicato al non profit nel socio-sanitario. Un fascicolo di grande interesse anche per gli sguardi che getta alle prospettive internazionali. Ma quali sono gli stereotipi che inquietano Borzaga? Il primo è quello dei rischi di un?eccessiva dipendenza dal pubblico. «Una cooperativa sociale che opera nell?assistenza è giusto e naturale che dipenda dall?amministrazione pubblica. Non è compito dei privati coprire questi servizi. Quindi non facciamoci catturare da quest?immagine depressiva della cooperazione sociale. Piuttosto pensiamo che una fase di grande espansione è finita e che ora bisogna guardare avanti». Per guardare avanti però c?è da abbattere il secondo stereotipo. Quello che vede un sistema sanitario ancora fossilizzato in un ?atteggiamento terapeutico?. «È l?atteggiamento che vede la rimozione della malattia come il fine degli interventi», incalza Borzaga. «È un?impostazione che sottostima il capitale sociale e delle relazioni umane come elementi fondamentali della salute delle persone». Invece il bisogno e le aspettative riguardo alla salute stanno profondamente modificandosi e una visione medicalizzata della persona non è in grado di cogliere l?emergere di queste nuove domande. «Queste nuove domande», spiega Borzaga, «possono essere affrontate solo attraverso un ampliamento della base di offerta, perché i soggetti oltre che efficienza chiedono una maggiore equità ed efficacia dei servizi». La conclusione è chiara: «Bisogna sperimentare nuovi equilibri, più differenziati e più complessi di quelli sperimentati sino ad oggi. Va da sé che all?interno di questi equilibri il contributo del non profit è molto più ampio e articolato di quello che è stato sino ad oggi».

  • In libreria Società e salute. Del non profit sociosanitario Franco Angeli, 268 pagine, 18 euro

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