Sostenibilità

Oltre il Pil c’è il Teeb, ovvero la natura messa nel conto

di Redazione

Quanto vale la natura a livello economico? La risposta la si può trovare nel Teeb (The Economics of Ecosystems and Biodiversity), la più ampia ed autorevole analisi mai realizzata, sull’economia della biodiversità e degli ecosistemi. I risultati sono stati presentati a Nagoya nel documento finale riassuntivo dal titolo «Mainstreaming the Economics of Nature».
«Il Teeb», spiega Gianfranco Bologna, direttore scientifico di WWF Italia, «ci documenta come il capitale naturale costituisce la base delle nostre economie. L’invisibilità del valore della biodiversità nella considerazione economica ha purtroppo incoraggiato l’uso inefficiente e distruttivo dei sistemi naturali e della biodiversità che non sono stati debitamente “tenuti in conto”».
Nel Teeb alcuni esempi di come la natura sia alla base delle attività umane: le autorità locali di Canberra, in Australia, hanno piantato 400mila alberi per regolare il microclima, ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità dell’aria a livello urbano, riducendo i costi energetici derivanti dal condizionamento dell’aria e dei meccanismi economici di sequestro del carbonio. I benefici prodotti vengono calcolati tra i 20 ed i 67 milioni di dollari per il periodo 2008-2012. Anche le barriere coralline non sono soltanto paradisi da esplorare: sebbene coprano solo l’1,2% delle aree marine, le barriere costituiscono l’ambiente ideale per un totale di specie che viene calcolato da 1 a 3 milioni, incluso più di un quarto di tutte le specie di pesci marini. Circa 30 milioni di persone nelle comunità costiere ed insulari sono totalmente dipendenti dalle risorse di base che derivano dalle barriere coralline.
«La biodiversità in tutte le sue dimensioni», continua Bologna, «necessita di essere preservata non solo per ragioni sociali, etiche o religiose ma anche per i benefici economici che essa provvede alle attuali e future generazioni».
www.teebweb.org

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