Fondazione Ronald McDonald

Oltre 54mila famiglie accolte e 290mila pernottamenti in 25 anni

Il modello Family Centered Care, che pone la famiglia al centro del percorso di cura pediatrico, è stato il fulcro dell’incontro organizzato dalla Fondazione Ronald McDonald Italia, in occasione dei suoi 25 anni, alla Camera dei Deputati. Il presidente Giuseppe Pisani: «La migrazione sanitaria coinvolge 750mila persone ogni anno in Italia, circa 90mila sono bambini. Bisogna porre le famiglie al centro del percorso assistenziale»

di Ilaria Dioguardi

Offrire ospitalità, servizi e assistenza ai bambini malati e alle loro famiglie durante il periodo di cura lontano da casa, rimuovendo gli ostacoli e supportando il percorso di guarigione dei più piccoli, è la missione che la Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald porta avanti. In 25 anni in Italia la fondazione ha ospitato oltre 54mila famiglie e più di 290mila pernottamenti nelle Case Ronald e Family Room in sei città italiane e presso sette ospedali partner. Alla Sala della Regina, a Montecitorio, è stato dedicato un incontro al ruolo della famiglia nel percorso di cura del bambino.

Nel mondo 400 case

«La nostra fondazione rappresenta un’organizzazione nata nel 1974, a Philadelphia. Molti dei genitori che avevano i figli in cura dormivano in macchina, nei pressi degli ospedali. Il 15 ottobre di quell’anno venne inaugurata la prima Casa Ronald. Nel mondo, oggi sono oltre 400 le case della nostra organizzazione», ha affermato Maria Chiara Roti, direttore generale Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald. «Chiediamo alle istituzioni di tracciare un percorso per i prossimi 50 anni».

Alleanza terapeutica fondamentale

«La famiglia è la principale fonte di supporto e stabilità nella vita di un bambino; l’assistenza centrata sul rapporto tra genitori e operatori sanitari, espressa nel modello Family Centered Care, crea un’alleanza terapeutica fondamentale», ha detto Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei Deputati.

«L’opportunità offerta nell’incontro di oggi con la Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald ci dice di continuare a seguire questo percorso e promuovere iniziative legislative che, in sinergia con il sistema sanitario, rafforzino il ruolo delle famiglie come unità fondamentale nei processi di cura e accoglienza del bambino».

La malattia si combatte con la condivisione

Carlo Fanton, bambino nato con una patologia rara e complessa, ha portato la sua testimonianza. «La sfida più grande non è la malattia ma la logistica. Io e la mia famiglia, per venire a curarmi a Roma, ci ritrovammo in un garage freddo. Una notte giurammo che mai più avremmo vissuto un’esperienza così frustrante. Poi abbiamo saputo del progetto di casa Ronald. In questa casa si impara che la malattia non si combatte solo con le medicine, non la si combatte da soli, ma con la condivisione», ha continuato. «Concludo con una preghiera: sostenete questo luogo perché ogni famiglia che entra in casa Ronald non trova solo un letto ma una comunità».

Oltre 6.350 famiglie accolte in tre anni

Sono state oltre 6.350 le famiglie accolte nelle Case Ronald e nelle Family Room negli ultimi tre anni. «Circa l’80% ha pernottato nei Family centered care, per una media di 11 giorni, il 20% delle famiglie li usa quando un bambino deve stare in ospedale per un pernottamento», ha detto Francesca Lecci, coordinatrice area di ricerca Healthcare Management Cergas Sda Bocconi.

«Le famiglie intervistate hanno detto che, nell’80% dei casi, stare nelle case Ronald riduce lo stress, aumenta il livello di partecipazione e di coesione familiare, riduce i costi. Per più del 72% delle famiglie migliora l’esperienza sanitaria e, nel 70%, migliora la comunicazione».

Una proposta di legge

Simona Bordonali, componente della Commissione Affari costituzionali della Camera, ha affermato che «è stata presentata una proposta di legge, che è stata depositata in Commissione, depositata in Commissione, con l’obiettivo di garantire che ogni bambino malato abbia vicino suoi genitori durante un percorso di cura. Se vogliamo prenderci cura dei bambini malati dobbiamo prenderci cura delle famiglie. Non può solo il Terzo settore supplire a quello che oggi manca».

Migrazione sanitaria: 90mila bambini ogni anno

«I primi esiti della ricerca condotta dal Cergas di Sda Bocconi evidenziano come il supporto offerto dalle Case Ronald migliori significativamente il benessere delle famiglie e contribuisca a una gestione più appropriata delle risorse ospedaliere», ha affermato Giuseppe Pisani, presidente della Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia.

«Questo dimostra come le strutture di accoglienza rappresentino un asset strategico per il Servizio sanitario nazionale e siano diventate a tutti gli effetti una risorsa del welfare del nostro Paese. La migrazione sanitaria», ha continuato, «coinvolge 750mila persone ogni anno in Italia, circa 90mila sono bambini, dobbiamo raddoppiarli o triplicarli se consideriamo i caregiver. Bisogna porre le famiglie al centro del percorso assistenziale».

Nell’immagine in apertura una famiglia accolta in una Casa Ronald – Foto nell’articolo dell’ufficio stampa Fondazione Ronald Mc Donald, video di Ilaria Dioguardi

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it