Giornata della memoria

Olocausto, ripartire dalle vite per raccontare la storia

A 80 anni dalla liberazione di Auschwitz, Rai1 trasmette il film tv "La farfalla impazzita", la storia di Giulia Spizzichino, ebrea romana segnata dallo sterminio nazista della sua famiglia, interpretata da Elena Sofia Ricci. Antonella Di Castro, della Comunità ebraica di Roma: «I due anni passati, con la crescita dei fenomeni di antisemitismo, ci hanno fatto riflettere e pensare che forse va rivisto il modo di raccontare la storia, di raccontare la memoria»

di Ilaria Dioguardi

La farfalla impazzita: è questa la definizione che un suo caro amico dà di Giulia Spizzichino, ebrea romana segnata dalle deportazioni e dalla strage delle Fosse Ardeatine, in cui vennero uccisi 26 suoi familiari. Un insetto che sbatte le ali a caso, senza riuscire a trovare un luogo dove posarsi. Mezzo secolo più tardi, quando Erich Priebke, esecutore materiale della strage delle Fosse Ardeatine, viene rintracciato in Argentina, lei si batterà per la sua estradizione e condanna, riaprendo le tante ferite del suo passato.

La sua storia è ripercorsa, in occasione della Giornata della memoria, nel film tv La farfalla impazzita, tratto dall’omonimo libro scritto da Giulia Spizzichino e Roberto Riccardi (casa editrice Giuntina). Quest’anno ricorre l’80° anniversario del giorno della liberazione di Auschwitz del 27 gennaio 1945

Uno sguardo fisso nel passato

Il tv movie, una co-produzione 11 marzo film e Rai Fiction per la regia di Kiko Rosati, andrà in onda su Rai1 il 29 gennaio, in prima serata. A dare voce e volto alla protagonista de La farfalla impazzita è Elena Sofia Ricci. «Non è mai facile interpretare una donna realmente vissuta. Nel caso di Giulia Spizzichino è stato ancora più difficile», ha detto l’attrice durante la conferenza stampa.

«La cosa che più mi ha colpito di questa donna è stato il suo sguardo, fisso non nel vuoto, ma nel suo passato. Lei i morti di cui parlava, li vedeva. Un certo dolore può raggelare per sempre. Lei è rimasta cristallizzata nel suo dolore», ha continuato Ricci, che nel film tv recita insieme a Massimo Wertmüller, che interpreta Umberto, il marito di Giulia Spizzichino.

«Tutti i carnefici sono carnefici, tutte le vittime sono vittime»

In Argentina, durante il processo a Priebke, Giulia Spizzichino trova inaspettatamente una sorellanza che le dà una forza che non pensava di avere: è quella delle Madri di Plaza de Mayo, l’associazione che riunisce le madri dei desaparecidos. «”Tutti i carnefici sono carnefici, tutte le vittime sono vittime, in ogni tempo e in ogni luogo. Le bestie uccidono per paura, per fame; gli uomini no, uccidono per potere, per denaro, e questo li rende colpevoli”. Mi sono presa una licenza e ho voluto che, nel film, quando Giulia fa la conferenza in Argentina, venissero citate queste frasi dello scrittore Andrea Camilleri», ha affermato l’attrice.

«Dobbiamo fare in modo che la Giornata della memoria duri 365 giorni l’anno. Questi film sono importanti. Siamo circondati da ego ipertrofici, è sotto gli occhi di tutti quello che accade nel mondo». Oggi «la cosa che fa rabbia», ha proseguito, «è che sembra quasi che noi dimentichiamo o non vogliamo ricordare e ce ne freghiamo. Continuiamo a perpetrare sul più debole il potere. Che oggi ognuno interroghi la propria coscienza».

«Rendere umano un numero»

«I due anni passati, con la crescita dei fenomeni di antisemitismo, ci hanno fatto riflettere e pensare che forse va rivisto il modo di raccontare la storia, di raccontare la memoria, di diffondere la cultura affinché quel “mai più” che è stato gridato tante volte di fronte agli orrori della Shoah, possa essere un “mai più” consapevole anche nelle giovani generazioni», ha detto Antonella Di Castro, vice presidente e assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Roma.

«È fondamentale il racconto perché si diffondano le storie dei singoli. Raccontare la storia di Giulia Spizzichino è rendere umano un numero. Dobbiamo tornare a dare un volto», ha proseguito Di Castro. «I fantasmi del passato chiedono giustizia. È importante, per la pace di ognuno di noi, un riconoscimento di verità storiche».

Le foto del film tv sono dell’ufficio stampa Rai. Video e foto della conferenza stampa sono di Ilaria Dioguardi

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