«Mi avevano detto: non andarci, è un’imboscata. E invece eccomi qui. Perché credo al dialogo»: è stato un Andrea Olivero ecumenico e dotato di una buona dose di self control quello intervenuto al convegno romano «Terzo settore: gli errori, il futuro» organizzato da Redattore sociale, Famiglia cristiana ed Edizioni dell’Asino. Gran parte del dibattito, in effetti, e delle relazioni di venerdì 16 ottobre erano incentrate su una critica assai poco velata agli «organismi di rappresentanza» del terzo settore, che in Italia non sono tanti ma uno solo, il Forum che Olivero presiede.
«Non siamo una “riseva etica”, abbiamo fatto degli errori», ha ammesso dalla tribuna Olivero, «e i principali sono la scarsa indipendenza, la scarsa coscienza del nostro valore e l’incapacità di fare rete». Poi ha attaccato: «Però sulla rappresentanza non siamo a zero. Non è tutto negativo. Nel Forum del terzo settore siedono 75 organizzazioni nazionali che rappresentano il 50% del non profit italiano. Se vogliamo costruire, bisogna partire da qui e non avere paura di confrontrarci con la politica». «Per questo», ha annunciato, «stiamo preparando un Libro Verde sul non profit italiano con cui vogliamo allargare il dibattito a tutte le forze sane di questo Paese». Oltre al Libro Verde, che sarà presentato entro dicembre, Olivero ha parlato di un censimento ancora in corso per fotografare con esattezza numeri, forza e raprpesentanza del Forum. Per guardare avanti, e non solo indietro.(G. M.)
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