Politica

Olivero: è la volta buona. Mi fido di Renzi

Intervista al vice ministro alle politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero, membro della task force che ha elaborato le linee guida della riforma: «Le organizzazioni devono concentrarsi nel produrre regole generali di qualità. Lasciamo da parte i particolarismi», ha spiegato

di Lorenzo Alvaro

Andrea Olivero, ex presidente delle Acli, senatore di Scelta Civica e vice ministro alle politiche agricole alimentari e forestali del Governo Renzi è stato uno dei protagonisti del gruppo di lavoro che ha “prodotto” le linee guida sulla riforma del Terzo settore del Governo. «Per la prima volta oltre alla politica verticale abbiamo finalmente anche una politica orizzontale».


È soddisfatto del risultato?
Si, sono soddisfatto perché si sono tenute insieme le diverse istanze che sono state presentate da diversi di noi. Ma soprattutto si è riusciti in quel documento ad indicare la peculiarità del Terzo settore. È importante che le diverse proposte specifiche contenute nella bozza, che per noi sono fondamentali e indispensabili, siano dentro una cornice in cui si ribadisce la centralità, l'autonomia e la posizione strategica del terzo settore. Dalla crisi si esce con più Terzo settore. O è chiaro questo non si è capito cosa sia il Terzo settore.

Quali i punti che ritiene più importante della bozza di legge delega?
Credo che da un lato ci sia il ragionamento sul codice civile. Quello è il punto di partenza. Dare piena dignità al Terzo settore. La dice lunga il fatto che ci siano voluti 70 anni per arrivare a questo riconoscimento pieno. Si è sempre fatto leggi prevalentemente fiscali su questo mondo. Finalmente oggi si è cambiato sguardo. Ci sono poi il 5per mille e il servizio civile su cui ci sono state solo promesse ma nessun fatto concreto. Questa volta spero sarà diverso. Io mi fido di Renzi. Questa è la volta buona

Si parla tanto di cifre. Lei cosa ne pensa?
Credo sia difficile valutare ora, nei particolari, le somme. Credo che si parli di una cifra intorno al miliardo e mezzo. Ma vorrei sottolineare una cosa: si tratta di un investimento. Non è spesa pubblica aggiuntiva ma una differente spesa pubblica. Stiamo parlando di aiuti sussidiari che arrivano a giovani e realtà che operano per l'interesse collettivo. il valore pubblico prodotto è notevolissimo e facilmente quantificabile. Scommettere sulla sussidiarietà rende, e rende da subito

Siamo nella fase delle consultazioni. Ha già ricevuto segnalazioni?
Ho già cominciato a parlare con alcune realtà. Certamente con le Acli da cui provengo ma anche con tanti altri. Ci sono diverse istanze, ma ci tengo a fare un appello: spogliamoci delle istanze più particolari e concentriamoci sul generale. Concentriamoci sul costruire delle regole generali di qualità e migliori possibili

 


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