Volontariato
Olivero: «Chiusura Agenzia, svilimento del nostro ruolo»
Così il portavoce del Forum a Vita.it
«Assoluta contrarietà sia rispetto al merito che rispetto al metodo»: interpellato da Vita.it così Andrea Olivero commenta l’annuncio della chiusura dell’Agenzia dell Onlus fatto sabato dal ministro Elsa Fornero. «L’Agenzia è stata trattata alla stregua di un ente inutile di cui ci si deve disfare quando invece è un organismo che ha lavorato a costi bassissimi con risultati che tutti hanno riconsociuto di grande qualità» dice il portavoce del Forum del Terzo settore. «È uno svilimento incomprensibile del nostro ruolo. Il valore del lavoro dell’Agenzia, in partricolare in questo secondo mandato, è stato quello di far passare un’idea alta del Terzo settore e quindi di spingere le istituzione a interloquire con questo nostro mondo».
Secondo lei ci sono margini per tornare indietro? «È difficile. Ma abbiamo chiesto al ministro un confronto immediato. Del resto nell’ultimo incontro si era parlato della questione dell’Agenzia profilando l’idea di una proroga di sei mesi, sempre sotto la guida di Stefano Zamagni, in attesa di mettere a fuoco un profilo di riforma strutturale dell’organismo. Invece è passata la logica draconiana della liquidiazione. Una logica inaccettabile».
Come spiega questa improvviso voltafaccia? «Da quel che mi risulta la tesoreria centrale avrebbe bloccato i finanziamenti. L’Agenzia aveva una leggera posizione debitoria e il minstro non ha trovato altra soluzione che quella di chiudere tutto».
Una scelta in linea con il criterio dello spending review? «No, perché così facendo si elimina una struttura che contribuiva a individuare le zone d’ombra dentro il mondo dell Onlus. È un provvedimento che va contro l’idea di questo governo di fare chiarezza e di portare a galla i fenomeni di elusione fiscale».
C’è chi, come Massimo Ferlini della Cdo, ha detto che il Terzo settore ha un deficit di rappresentanza… «È chiaro che di fronte alla dinamica dell lobby siamo deboli. Ma noi non ci siamo mai concepiti come lobby in difesa delle nostre sigle, bensì come rappresentanza dei bisogni verso i quali indirizziamo la nostra attività. È la strada che stiamo perseguendo in modo costruttivo nel dialogo con il sottosegretario Guerra».
Sulla chiusura dell’Agenzia il commento di Riccardo Bonacina
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