Non profit

Oliver Twist: il talent della bellezza

di Antonietta Nembri

Un’accademia che non vuole far concorrenza a una scuola di teatro, ma neanche essere confusa con un talent show. Anche se utilizza la musica, la danza e il teatro. Stiamo parlando dell’Accademia Oliver Twist, aperta un paio di anni fa a Milano dalla Fondazione Oliver Twist. «La proposta che mettiamo in campo è rivolta agli adolescenti, i ragazzi che frequentano le scuole medie inferiori e superiori milanesi», spiega Anna Venturino, direttore generale della fondazione.
L’Accademia apre i battenti nel pomeriggio: «Ci si ritrova insieme per il pranzo e poi c’è l’aiuto allo studio, con l’obiettivo di trasmettere il gusto di studiare. Infine, ci sono le attività artistiche, ma quello che proponiamo non è arte-terapia e non siamo in competizione con il Conservatorio o con la Scala di Milano…», rimarca Venturino. «La nostra proposta artistica vuole educare al gusto del bello, e lo facciamo a partire dalla nostra sede, che vuole essere uno spazio accogliente e “bello”». Bellezza che guida i corsi di arti sceniche, di musica, teatro e danza, ma anche le gite in montagna. Una bellezza offerta a un’ottantina di ragazzi spesso provenienti da situazioni di fragilità e accolti in servizi educativi diurni e residenziali milanesi.
Per entrare i ragazzi firmano, assieme a un adulto di riferimento ? che può essere il genitore naturale, affidatario o un educatore nel caso in cui l’adolescente viva in comunità ?, un patto con il responsabile dell’Accademia Oliver Twist. Con il patto il ragazzo non solo dichiara di voler entrare in Accademia, ma si impegna anche a rispettare luoghi e persone e a lavorare su un obiettivo, tangibile e realisticamente alla portata dei giovani.
«Puntiamo a un’alleanza con gli adulti di riferimento; il rischio per molti ragazzi è avere a che fare con tanti adulti, ma in modo frazionato: a casa, in comunità, a scuola, qui in Accademia. Per noi invece l’importante è “fare alleanza” e guardare alla persona. Ogni ragazzo ha un percorso personalizzato che viene perseguito attraverso vari strumenti», spiega Anna Venturino.
Obiettivo cui tutto è finalizzato è l’educazione a 360 gradi. «E forse non è un caso che gli ambienti, i muri e i banchi da noi siano rispettati. Ci teniamo a sottolineare un concetto fondamentale: ciascuno di noi è bello, e da qui discende il rispetto per sé e per gli altri», osserva Venturino. Lo studio di uno strumento, il ballo, la recitazione, il canto in coro fanno parte di questa strategia: «L’arte aiuta, è una disciplina che insegna a stare con se stessi e con gli altri».
Se il primo spettacolo di fine anno, nel 2011, era collegato al percorso educativo, quest’anno ? lunedì 11 giugno, al Piccolo Teatro Strehler di Milano ? i ragazzi dell’Accademia Oliver Twist porteranno al pubblico il loro Pinocchio Meneghino. In scena, un progetto nato dalla collaborazione tra la fondazione e la Sugar di Caterina Caselli. «I nostri ragazzi faranno tutto: reciteranno, danzeranno e canteranno, e chi fa il percorso strumentale, suonerà». Quattro dei brani sono tratti dalla colonna sonora delle Avventure di Pinocchio, composta dal maestro Fiorenzo Carpi De Resmini e di proprietà della Sugar. Tutte le musiche sono state riadattate dal direttore artistico dell’Accademia, Pilar Bravo.
«Caterina Caselli ci ha fatto un bel regalo: ci ha suggerito di mettere in scena questa rivisitazione di Pinocchio da parte di Carlo Pasquini, cogliendo l’occasione del quarantesimo del film di Luigi Comencini e donandoci la possibilità di suonare quattro brani stupendi», conclude Venturino.


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