Sostenibilità

Olio d’oliva italiano? Documenti prego

Alimentazione/ Quasi una bottiglia su due di olio d’oliva in vendita nei supermercati italiani in realtà italiano non è, ma spagnolo, greco o tunisino

di Paola Mattei

Olio extravergine d?oliva. Fruttato, robusto, gentile, da usare a crudo, aromatico, a bassa acidità… e straniero. In etichetta quest?ultima indicazione non si trova, ma corrisponde alla realtà: quasi una bottiglia su due di olio d?oliva in vendita nei supermercati italiani in realtà italiano non è, ma spagnolo, greco o tunisino. Il consumatore non lo sa per colpa di una grave lacuna nella legge italiana, che lascia la possibilità di commercializzare olio ottenuto da miscele di origine diversa senza che questo ?particolare? venga indicato in etichetta.

Contro questa situazione poco trasparente, che rischia di penalizzare la produzione nazionale (data in calo del 4% nel 2006) e non garantisce i consumatori è insorta la Coldiretti, che ha manifestato a novembre in piazza Montecitorio e organizzato una raccolta firme in tutte le province italiane, incassando l?appoggio di tante sigle dell?ambientalismo e del consumerismo italiano (tra le tante, WWF, Lipu, Legambiente, Club Papillon, Federconsumatori e Aiab). La Coldiretti chiede al governo di introdurre l?obbligo di indicare in etichetta l?origine delle olive impiegate nell?olio, come è già successo per tutti gli altri alimenti grazie all?iniziativa popolare (sempre sponsorizzata dalla Coldiretti) che ha portato all?approvazione della legge 204 del 2004 con il sostegno di un milione di firme.

Il settore della produzione di olio non è certo l?ultimo per numeri e forza lavoro in Italia: siamo il secondo produttore europeo con una media di 6 milioni di quintali, due terzi dei quali extravergine, e con 37 Dop riconosciute dalla Ue; un valore della produzione agricola di circa 2 miliardi e un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. Oltretutto, agli italiani l?olio d?oliva, soprattutto extravergine, piace sempre di più, tanto che il consumo nazionale ha toccato ormai i 14 chili pro capite.

Ma l?invasione di olio straniero, soprattuto dalla Spagna (+32% quest?anno), si traduce in una perdita di valore per la produzione nazionale, tanto che le olive in campo vengono pagate meno di un terzo dei prezzi versati dai consumatori, e gli storici oliveti italiani, che possono contare su 250 milioni di piante, sono a rischio. Di qui l?appello al governo, che è già stato raccolto dal ministro per le Politiche agricole Paolo De Castro, che ha assicurato il suo impegno in sede europea a favore dell?etichettatura di origine dell?olio di oliva.

Come fare acquisti sicuri

1.Scegliere uno dei 37 olii extravergine d?oliva Dop che hanno ottenuto un riconoscimento comunitario e vengono prodotti in base a uno specifico disciplinare di produzione
2.Verificare che sull?etichetta vi sia l?indicazione (facoltativa per legge) «prodotto 100% italiano» oppure «italiano»
3.Acquistare direttamente dalle circa 7.800 aziende agricole italiane che offrono il proprio olio. In molti casi sono possibili degustazioni

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