Cultura
Olio contaminato da idrocarburi
Nessun rischio immediato per i consumatori, ma servono regole e controlli.
di Redazione
Individuate tracce di idrocarburi aromatici policiclici in alcune partite di olio di sansa di oliva di produzione italiana e spagnola. L’allarme arriva dal sistema di controllo per i prodotti alimentari dell’Unione europea che nei mesi scorsi aveva segnalato analoghe contaminazioni in partite di olio di sansa di produzione spagnola e greca.
L’olio di sansa è un tipo di olio di bassa qualità utilizzato in cucina, nell’industria e per l’alimentazione degli animali.
Il ministero della Salute italiano ha fatto scattare una serie di controlli sulle partite di olio di sansa di cui si è avuta segnalazione, incaricando di occuparsene gli assessorati alla Sanità delle diverse Regioni.
L’ingestione con l’olio di tracce di idrocarburi aromatici policiclici, non costituisce, da un punto di vista tossicologico, un rischio immediato per il consumatore, ma nel lungo periodo tali sostanze possono risultare dannose. Sono infatti state classificate dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro come probabilmente cancerogene per l’uomo.
I sopralluoghi degli assessorati alla Sanità delle diverse Regioni dovranno anche chiarire le cause della contaminazione. Due le ipotesi principali : o l’esano , il solvente usato per estrarre l’olio, era contaminato, oppure per la produzione sono stati utilizzati macchinari non regolari.
In Italia il consumo in cucina di olio di sansa è limitato soprattutto all’impiego che ne fanno le rosticcerie, mentre la produzione è orientata soprattutto all’esportazione.
Ma Belgio, dove l’olio di sansa non è venduto al dettaglio ma solo ai ristoranti, l’Agenzia federale per la sicurezza della catena alimentare (Afsca) ha consigliato già venerdì ai ristoratori del Paese di non utilizzare scorte di olio di sansa di provenienza italiana e di rinviarle ai fornitori.
Per affrontare la questione il Comitato scientifico europeo studierà una regolamentazione a livello europeo. Intanto, in assenza di un limite armonizzato a livello comunitario sulla presenza di questi contaminanti nell’olio di sansa, il Ministero della Salute, d’intesa con l’Istituto Superiore di Sanità, sta valutando la possibilità di adottare un provvedimento autonomo che fissi un limite massimo ispirato al principio di precauzione.
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