Volontariato
Olimpiadi al doping. SuperEpo da podio
La darbepoietina è stata la triste protagonista dei giochi. Mauro Salizzoni, esperto ci spiega cosa può provocare
di Paolo Manzo
Per la prima volta nella storia dei Giochi olimpici l’Italia vince un oro…“grazie” alla darbepoietina. Una sorta di Epo, ma più efficace e più difficilmente rintracciabile. La protagonista number one dei Giochi olimpici se si pensa che, a causa della squalifica delle russe (e la consegna dell’oro della 30 chilometri di fondo all’azzurra Gabriella Paruzzi), il premier Putin è tornato alla Guerra fredda con gli Usa, mentre re Juan Carlos s’è rifiutato d’incontrare il plurimedagliato (e dopato) ispano-tedesco Muehlegg.
Per chi ama lo sport, le squalifiche del Cio sono un segnale importante perché chi assume prodotti proibiti, falsifica non solo i risultati di una gara, ma rischia la vita. E il problema doping non può lasciare indifferente l’Italia dove, dati Istat alla mano, il numero dei ragazzi che fanno sport a livello agonistico è in costante aumento e il rischio che anche una percentuale minima si “aiuti” con prodotti illeciti, preoccupa. Per capire i rischi connessi al nuovo doping, Vita ha intervistato Mauro Salizzoni, primario del Centro trapianti di fegato delle Molinette di Torino. Un luminare in materia, che da anni usa l’Epo e i suoi derivati per scopi clinici, e ne conosce pregi e difetti.
Vita: Professore, si parla tanto di doping nello sport. Soprattutto dopo il caso darbepoietina alle Olimpiadi. Che ne pensa?
Mauro Salizzoni: La darbepoietina è una proteina sintetica, analoga all’Epo. L’unica differenza è la sua efficacia: è fino a 10 volte più potente della vecchia Epo, i cui rischi sono noti da oltre un decennio. Nel 1991 il settimanale tedesco Der Spiegel riportava la notizia in cui si segnalava la morte di 18 atleti, collegata all’uso di Epo ricombinante. La stessa notizia fu ripresa anni dopo dalla rivista americana Nature. Il problema non è nuovo, ma è stato sottovalutato per troppo tempo, nonostante le tragiche segnalazioni di cui sopra.
Vita: Spieghi ai genitori di quei ragazzi che possono essere tentati dal farne uso, cosa sono l’Epo e i suoi derivati e quali i loro effetti su un fisico sano.
Salizzoni: Utilizzo quotidianamente eritropoietina ricombinante (Epo) nella pratica clinica, somministrandola a pazienti gravi come i dializzati, i trapiantati, i malati di tumore, i malati di Aids conclamato e lo considero un farmaco molto impegnativo. Lo uso con grande cautela, conoscendone gli effetti collaterali. Con l’Epo si fanno alzare i valori dell’emoglobina a livelli accettabili senza che l’ematocrito raggiunga valori alti, rimanendo sotto la norma. Ciononostante è grandissima la mia preoccupazione per la trombofilia (tendenza a formare trombi) che l’uso dell’Epo può provocare. Ma, oltre a ciò, il medico responsabile dovrebbe temere altri effetti legati all’uso prolungato di Epo e darbepoietina: l’ipertensione, la sclerosi vascolare, il rischio d’infarto ma anche le convulsioni, l’encefalopatia ipertensiva e le modificazioni della sostanza bianca cerebrale. Gli effetti sopradescritti possono colpire chiunque ne faccia uso prolungato e ciò spiega l’estrema cautela, anche sui pazienti gravi. È quindi irresponsabile lo sportivo che ne fa uso per migliorare le sue prestazioni. Di Epo e darbepoietina si può morire.
Vita: Quale la sua reazione di fronte al diffondersi di queste sostanze tra gli atleti?
Salizzoni: D’indignata disperazione. Soprattutto nel vedere come siano considerate, da chi ne fa uso in soggetti sani nella pratica sportiva, come farmaci benefici, senza rischi, purché usati con un minimo di discrezione, senza cioè raggiungere ematocriti eccessivi (il famoso 50% di cui tanto si parla in molti sport, ndr). Si è concordi nell’affermare che, nella pratica sportiva, può essere considerato come uso prolungato di Epo un utilizzo che preveda due o tre cicli di trattamento annuali per due o più stagioni agonistiche. In questi casi il rischio è molto, molto elevato.
Vita: Come impedire la diffusione di questo tipo di doping tra i giovani?
Salizzoni: Far conoscere il più possibile le conseguenze dannosissime che l’assunzione dell’Epo e dei suoi derivati provocano nei soggetti sani. Spesso i ragazzi non si rendono conto del pericolo che corrono facendo ricorso all’eritropoietina sintetica e alla darbepoietina. Dal punto di vista scientifico, invece, migliorare ulteriormente i controlli, proprio come hanno fatto a Salt Lake City. Per evitare che sia premiato chi froda.
Anche perché, se uno muore a 40 anni, poi che se ne fa delle medaglie?
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