Formazione
Ok all’assunzione per almeno 2mila assistenti sociali
Un emendamento rimuove i vincoli alle assunzioni: dal 2022 e fino al 2026 tutti i Comuni italiani potranno assumere a tempo indeterminato assistenti sociali con il contributo dello Stato, arrivando così al livello essenziale di un assistente sociale ogni 6.500 abitanti, per tendere poi a 1 ogni 4mila. «Solo per il primo step sono circa 2mila assistenti sociali in più, da stabilizzare o assumere», dice Gianmario Gazzi
I soldi ci sono e ora pure il quadro normativo che assicura la deroga per le assunzioni a tempo indeterminato di assistenti sociali rispetto agli ordinari meccanismi restrittivi del patto di stabilità. Dopo un anno, con un’altra legge di bilancio, si chiude il cerchio: tutti i Comuni ora hanno la chances di accedere a un contributo per di assumere assistenti sociali a tempo indeterminato, che siano al Nord o al Sud, città o paesini sperduti, che siano attualmente “ben messi” o “mal messi” rispetto al rapporto previsto di 1 assistente sociale ogni 6.500 abitanti. «Nessun alibi, assumere assistenti sociali si può. Tutti gli ambiti territoriali italiani da qui al 2026 dovranno raggiungere prima la soglia di un assistente sociale ogni 6.500 abitanti e quindi tendere a uno ogni 4.000 attingendo al Fondo di Solidarietà Comunale garantito dallo Stato» dice il presidente dell’Ordine degli assistenti sociali Gianmario Gazzi. Stiamo parlando, solo per arrivare al rapporto 1 a 6.500, di circa 1.600/2.100 assistenti sociali da stabilizzare o assumere. «L’obiettivo di 1 assistente sociale assunto a tempo indeterminato ogni 4mila abitanti significano 15mila assistenti sociali nei Comuni e negli ambiti territoriali: finalmente il Paese avrà la infrastruttura sociale necessaria per quel cambiamento di passo disegnato dal Pnrr e non solo», commenta Gazzi. E poiché nei prossimi anni molti assistenti sociali andranno in pensione, i prossimi quattro anni vedranno non solo un potenziamento ma anche un discreto ricambio generazionale.
La Legge di Bilancio 2022 stabilisce con un emendamento che si applichino anche alle assunzioni fatte con le risorse del fondo di solidarietà comunale e quindi per assumere gli assistenti sociali necessari a raggiungere il rapporto di 1 a 6.500 le stesse deroghe già previste per le assunzioni delle realtà “più virtuose”, che assumono assistenti sociali per raggiungere il rapporto 1 a 5mila o 1 a 4mila. Le risorse erano già previste dalla Legge di Bilancio 2021, ma all’atto pratico la norma si era arenata davanti al patto di stabilità e agli ostacoli alle assunzioni: di fatto senza un correttivo l’aumento delle assunzioni non ci sarebbe stato nonostante i soldi dello Stato e il raggiungimento del LEP nelle aree lontanissime dalla soglia di 1 a 6.500 non ci sarebbe mai stato. «Abbiamo lavorato incessantemente, fin dall’approvazione della Legge di Bilancio 2021, perché il passo avanti fatto lo scorso anno non si arenasse. Grazie alla ministra Carfagna e al ministero per il Sud e la Coesione Territoriale che ha condotto la battaglia insieme al ministero del Lavoro e delle politiche Sociali che ha dato contributo e sostegno», commenta Gazzi. «Grazie a tutti i gruppi parlamentari che si sono fatti interpreti dell’unità del Paese e dell’obbligo di assicurare a ogni italiano, che sia nato nel Meridione, in uno sperduto paesino di montagna o in una città virtuosa, la possibilità di accedere agli stessi diritti. Ora la deroga per dare servizi stabili a chi ne ha bisogno è garantita dallo Stato, vigileremo sull’attuazione».
Photo by Mike Erskine on Unsplash
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