Cultura

Ogni italiano spende 689 dollari

È questa la spesa procapite che il nostro paese impegna in armamenti. Lo rivela l'annuale ricerca del Sipri

di Lorenzo Alvaro

Il Stockholm international research institute (Sipri) come ogni anno ha pubblicato il suo Yearbook, un rapporto che analizza le spese militari sostenuti da tutti i paesi.
Il rapporto 2009 evidenzia che nonostante la crisi finanziaria la spesa militare nel mondo è cresciuta in un anno del 4%, raggiungendo nel 2008 i 1.464 miliardi di dollari raggiungendo la nuova cifra record dagli anni della Guerra Fredda. sGiorgio Beretta della Rete Disarmo spiega che «siamo tornati allo stesso livello del 1988. C’era stata una discesa che si è interrotta dal tristemente famoso 11 settembre e da quel momento si registra una crescita continua». Nel 2008 la spesa militare corrisponde oggi al 2,4% del Prodotto interno lordo mondiale e costa in un anno 217 dollari per ogni abitante del pianeta.
La classifica dei primi dieci paesi vede gli Stati Uniti stabilmente al primo posto con una spesa di 607 miliardi di dollari (il 41,5% del totale mondiale), seguita per la prima volta dal dopoguerra dalla Cina, i cui dati «stimati» riportano un incremento del 10% e si aggirano sugli 84,9 miliardi di dollari (il 5,8% del totale) e quindi dalla Francia che con 65,7 miliardi di dollari (il 4,5% del totale) nel 2008 supera per spese militari la Gran Bretagna (65,3 miliardi pari al 4,5%) seguita dalla Russia che riporta valori «stimati» di 58,6 miliardi di dollari pari al 4% del budget militare mondiale. Seguono quindi la Germania (46,8 miliardi di dollari che ricoprono il 3,2% del totale), il Giappone (46,3 miliardi pari al 3,2%), l’Italia (40,6 miliardi pari al 2,8% mondiale), l’Arabia Saudita (38,2 miliardi pari al 2,6%) e chiude la decina l’India con 30 miliardi di dollari (il 2,1%).
Beretta sottolinea come «la spesa militare a livello globale aumenta ma non aumenta la sicurezza, anzi sempre più comuni i focolai»

L’Italia dunque è all’ottavo posto nel mondo per spese militari. L’incremento del budget militare del nostro paese è dell’1,8% e ricopre il 2,8% della spesa militare mondiale. Il dato più allarmante però è relativo al costo sociale per ogni italiano. La spesa pro-capite del nostro paese è infatti di 689 dollari, una delle maggiori al mondo, che per il quinto anno consecutivo supera di gran lunga quella della Germania (568 dollari) e da diversi anni anche quella di altri paesi del G8 come Russia (413 dollari) e Giappone (361 dollari).

Il Sipri poi individua come causa dell’aumento della spesa globale per gli armamenti, la gestione americana nell’era Bush affermando che «durante gli otto anni della presidenza di George W. Bush, la spesa militare è aumentata a livelli che non si registravano dalla Seconda Guerra Mondiale soprattutto per i costi dei conflitti in Afghanistan e Iraq: un incremento che ha contribuito all’impennata del deficit del bilancio Usa. I due conflitti sono stati sovvenzionati con provvedimenti supplementari d’emergenza fuori dal regolare budget e sono stati finanziati attraverso prestiti. L’impiego di fondi supplementari ha sollevato preoccupazioni circa la trasparenza e i controlli del Congresso».

Sipri rende noto infine anche i dati relativi al commercio internazionale di armamenti e l’elenco dei principali produttori di armamenti.


Arms Transfers Database
Nel quinquennio 2004-8 esportazioni di sistemi militari convenzionali dagli Stati Uniti per un valore di oltre 34,9 miliardi di dollari (in valori costanti), seguiti dalla Russia (28,5 miliardi), Germania (11,5 miliardi), Francia (9,6 miliardi), Gran Bretagna (5,1 miliardi), Olanda (3,8 miliardi) e Italia (2,8 miliardi).
«Il primo paese a cui esportiamo come Italia è, per oltre un miliardo di euro, la Turchia, sapendo che quelle armi saranno poi usate nel Curdistan iracheno» spiega Beretta.

I produttori di armamenti
Le dieci principali aziende produttrici di armamenti, escludendo quelle cinesi, risultano: la Boeing con vendite di armamenti per quasi 30,5 miliardi di dollari, seguita dalla britannica BAE Systems (29,9 miliardi), e quindi dalle statunitensi Lockheed Martin (29,4 miliardi), Northrop Grumman (24,6 miliardi), General Dynamics (21,5 miliardi) e Raytheon (19,5 miliardi). Al settimo posto è segnalata l’europea EADS (13,1 miliardi) seguita dall’americana L-3 Communications, dall’italiana Finmeccanica e dalla francese Thales (9,3 miliardi).

Per consultare il testo integrale del rapporto annuale 2009 di Sipri clicca qui

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