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Ogm: Strasburgo dice sì all’etichetta

I principi della nuova legislazione nel campo delle biotecnologie sono la trasparenza sull’origine dei prodotti e la tolleranza zero per le sostanze non autorizzate.

di Redazione

Il Parlamento europeo di Strasburgo ha approvato, il 3 luglio scorso, in prima lettura due regolamenti sulla tracciabilità e l?etichettatura degli alimenti prodotti con ogm. I principi cardine della nuova legislazione nel campo delle biotecnologie sono la trasparenza sull?origine dei prodotti e la tolleranza zero per le sostanze non autorizzate. In attesa della seconda votazione dei regolamenti, dagli Stati Uniti giungono reazioni negative, mentre anche in Cina è stato approvata una legge sul controllo degli alimenti biotech. Il parere di Lorenzo Consoli, attivista di Greenpeace all?Unione europea. Con il voto del parlamento di Strasburgo, l?Unione europea ha mosso il primo fondamentale passo verso una completa regolamentazione dei prodotti ogm. «Il documento che è scaturito dalla votazione», gongola Lorenzo Consoli, rappresentante a Bruxelles di Greenpeace, «potrà costituire un modello per tutti i Paesi del mondo». Se al termine dell?iter legislativo, che si concluderà con la seconda votazione dell?aula, dopo l?approvazione del testo da parte del Consiglio dei ministri dell?Ambiente e dell?agricoltura prevista per ottobre, il testo dei due regolamenti rimarrà invariato, «e non ho elementi che facciano pensare il contrario», assicura Consoli, l?Europa potrà vantare una regolamentazione sul biotech all?avanguardia. Sia dal punto di vista della trasparenza dell?etichetta, sia da quello del diritto dei consumatori all?informazione alimentare. I rappresentanti continentali: socialisti, verdi, e gran parte dei liberali sul versante pro trasparenza e popolari sulla sponda opposta, si sono dati battaglia. su quattro passaggi chiave. Vediamoli. Il principio della tracciabilità sostituisce la rivelabilità tecnica. Ovvero, tutti gli alimenti a base di ogm dovranno essere accompagnati da un?etichetta, che racconti puntualmente la vita del prodotto dalla culla alla tomba. Si tratta di un documento di identità che consentirà al cittadino di conoscere il dna dell?alimento che si appresta a consumare. Il secondo punto concerne gli ogm non autorizzati, cioè al di fuori della lista delle 18 sostanze ammesse. Qui è passata la linea della tolleranza zero imposta dal Parlamento, contro la Commissione che immaginava una soglia di ammissibilità pari all?1%. Qualunque alimento contenga anche una dose minima di biotech non consentito, dovrà essere ritirato dal mercato. Sarà invece dimezzato il tetto del punto percentuale per la contaminazione di prodotti autorizzati. Questo significa che i produttori saranno obbligati a indicare in etichetta qualsiasi presenza di prodotti trattati biotecnologicamente con una delle 18 sostanze lecite che oltrepassi la soglia dello 0,5%. L?ultimo bersaglio centrato dalle associazioni dei consumatori e dagli ambientalisti riguarda il mancato trasferimento delle decisioni tecniche e del sistema dei controlli alla nascitura Agenzia Alimentare Europea. L?europarlamento ha, infatti, votato contro la procedura centralizzata di approvazione dei cibi ogm. La competenza rimarrà, quindi, appannaggio delle singole agenzie nazionali di biosicurezza. «Un successo» postilla Consoli, «che permette di non perdere il know how tecnico-scientifico degli uffici nazionali». Strada sbarrata, invece, all?obbligo per gli allevatori di indicare in etichetta se un animale sia stato nutrito con mangimi geneticamente modificati. «Ma sarà il mercato stesso», chiarisce il lobbista europeo di Greenpeace «a favorire la trasparenza, visto che un allevatore che non utilizzi ogm farà in modo di pubblicizzare il suo prodotto». Dopo l?approvazione definitiva, presumibilmente a fine del 2003, i due regolamenti saranno direttamente recepiti dalle legislazioni nazionali. «Un provvedimento che penalizzerà i Paesi in via di sviluppo», tuonano sdegnati da Washington, ma intanto anche in Cina da qualche tempo è attivo un regolamento sulle etichette biotech.


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