Formazione

Ogm, no trasversale. Intervista al ministro Alemanno

Sul biotech il ministro confida di avere dalla sua parlamentari di tutti gli schieramenti. E sul bio promette crescite fino al 15%.

di Giampaolo Cerri

Alemanno chi? Quando il leader dell?anima sociale di Alleanza nazionale fu designato alla guida delle Politiche agricole da Silvio Berlusconi, il mondo del biologico ebbe un sussulto. Di lui si sapeva che era vicino alla cooperazione, al sindacato storico della destra, la Cisnal ora Ugl, agli ecologisti di Fare Verde. Su tutto faceva aggio però l?appartenenza a un partito che è sempre stato considerato vicino agli interessi della grande proprietà terriera. Lontano dalle passioni e dall?idealità dell?agricoltura naturale, insomma. Alemanno invece ha ribaltato i cliché, sostenendo i prodotti tipici e quelli biologici contro tutto e tutti. «Con il programma Bio 2 voglio portare il biologico dal 6 al 15% della produzione agricola nazionale», promette. Vita: Ministro, cominciamo dagli ogm. Gianni Alemanno: Mi hanno dato dell?oscurantista, ma noi del transgenico non abbiamo assolutamente bisogno. I nostri agricoltori non devono produrre di più, ma piazzare meglio i loro prodotti. Specialmente i piccoli agricoltori e specialmente i prodotti tipici e biologici: stiamo lavorando per questo, puntando a mettere online i ristoranti italiani, per poter acquistare dall?estero. Vita: Gli ogm no pasaran? Alemanno: Alla Conferenza nazionale dell?agricoltura biologica che teniamo proprio a Bologna contemporaneamente al Sana, presentiamo un rapporto stilato dai nostri esperti per valutare l?impatto economico e ambientale degli ogm sulla nostra agricoltura. Questo rapporto dovrà essere portato entro breve in Consiglio dei ministri e in parlamento: si tratta di decisioni gravi e in larga parte irreversibili, i cui esiti potrebbero riguardare i nostri figli e che debbono essere prese in maniera trasparente, lontano dalle pressioni. Dovremo fare presto perché la stagione della semina è alle porte e le sementi cominceranno ad arrivare nei porti. Vita: A proposito di lobby. Lo scorso anno, intervenendo a Orvieto al convegno di Area, la sua componente in An, lanciò un appello: «statemi vicino, disse, perché in autunno avrò il biotech addosso». Com?è andata? Alemanno: Non ho avuto pressioni dirette, anche perché ho subito ottenuto la solidarietà del mio partito. Lo stesso ministro dell?Ambiente, Matteoli, si è subito schierato per la linea ogm-free. No, quello che mi ha preoccupato di più, in un secondo momento, è stata la strategia del fatto compiuto? Vita: E cioè? Alemanno: Soglie, tolleranze, sperimentazioni e contaminazioni accidentali che finiscano per introdurre il transgenico di fatto. Arrivare cioè a una situazione in cui si dica: approviamo gli ogm perché ci sono già. Mi spiace, ma preferisco la trasparenza: ognuno si prenda le proprie responsabilità. Vita: E come andrà a finire? Alemanno: In parlamento c?è una maggioranza trasversale contraria all?introduzione delle biotecnologie in agricoltura. Sono convinto che si affermerà. Vita: Lei è anche un critico dei modelli agricoli ultra globalizzati. Ha parlato della Fao come contraltare del Wto? Alemanno: Contraltare è un termine forte. Penso piuttosto a un bilanciamento: sui temi dello sviluppo agricolo sono convinto che le opzioni commerciali non debbano avere l?ultima parola. La sicurezza alimentare di ogni Paese e di ogni popolo viene prima. In questo è importante rilanciare un ruolo della Fao. Io sono convinto assertore del diritto allo sviluppo rurale di ogni popolo. Modelli sbagliati di globalizzazione assegnano al Nord del mondo il ruolo di produttori di tecnologia e al Sud quello di fornitore di cibo. Un modello che produce povertà nei Paesi poveri, obbligandoli a introdurre monocolture che finiscono per depauperare l?agricoltura locale. Bisogna aprire i mercati e favorire i commerci ma è intollerabile vedere la gente morir di fame in Paesi che sono grandi produttori di caffè o banane. Vita: Intanto a Nord l?agricoltura soffre? Alemanno: È l?altro corno della questione: nel disegno di cui parlo c?è il progetto di renderla marginale. Vita: Uno dei fattori di traino dell?agricoltura italiana è il biologico. Recentemente il Consortium bio, che raggruppa produttori e distributori di rilievo, ha chiesto di rivedere i controlli sul settore. Alemanno: Un?esigenza legittima: nella Conferenza di Bologna valuteremo i cambiamenti normativi da inserire nella legge delega già approvata dalla Camera. Sono però convinto che il movimento sia molto sano: il 4,65% di risultati positivi non è tale da destare allarme. Per questo bisogna metterlo al riparo dalle mele marce, che sono dappertutto. Rafforzeremo i controlli varando una scuola specialistica che formi i nuovi ispettori degli enti di certificazione .


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