Formazione

Ogm: la Cia, gli Usa e noi

L'agenzia di Langly non c'entra. Cia sta per Confederazione italiana agricoltura, organizzazione della sinistra contadina, da tempo favorevole al biotech. Bollettino Bio le dedica un editoriale

di Giampaolo Cerri

La Confederazione italiana agricoltura, storica organizzazione dell’agricoltura di sinistra, che organizza un convegno sugli Ogm in agricoltura insieme al Consolato americano. Troppo per un teorico del biologico come Roberto Pinton, curatore del documentatissimo Bollettino Bio. Nell’edizione odierna, Pinton dedica il suo editoriale all’argomento: «Ogm e rogne». Ve lo proponiamo. «Lo so, vado a cercarmi rogne, che ci volete fare, sono fatto così. Ho molti amici nella Cia (nel senso di Confederazione Italiana Agricoltori, cosa avevate capito?), addirittura da quando si chiamava ancora Confederazione Italiana Coltivatori e, prima ancora, Alleanza Contadini. Sapendo come la pensano, un po’ di stupore mi ha colto nel leggere sull’agenzia Nuova agricoltura la notizia che un convegno a Napoli sul tema “Le biotecnologie per le coltura agrarie in ambiente mediterraneo” vede come co-organizzatori Cia e ?Consolato generale degli Stati Uniti. L’ Università Federico II di Napoli è stata la prima in Italia a vedere istituita la Facoltà di Scienze Biotecnologiche (anno accademico 2000/2001), quindi non è la scelta di Napoli come sede a stupire. Lo storico presidente Giuseppe Avolio, di cui Massimo Pacetti ha preso il posto nel 2001, alla lontana Conferenza di Rio del 1992 aveva sostenuto la contrarietà degli agricoltori alla proprietà privata e monopolistica della maggioranza dei prodotti vegetali da parte delle multinazionali, aveva proposto un’autorità per la tutela della biodiversità che coinvolgesse gli agricoltori, e aveva ammonito che “possedere le sementi, oggi equivale ad avere il potere alimentare mondiale”. (Va detto che, negli ultimi anni, la posizione della Cia sugli OGM è stata chiara: La Confederazione, favorevole al progresso in ogni campo, guarda con interesse anche alla ricerca e alla sperimentazione nel settore delle biotecnologie (?) Una cosa è una semente transgenica per poter coltivare con piante adattate gli ambienti siccitosi, altra cosa è una semente modificata per renderla resistente ad un solo diserbante, la cui formula è esclusiva della stessa multinazionale che produce la semente stessa, così che l’introduzione di quest’ultima comporta un pacchetto completo di tecnologie incorporate ed imposte rispetto le quali le scelte dell’agricoltore, le esigenze del microambiente, gli interessi dei consumatori, sono soltanto variabili dipendenti. ). Ciò non toglie che la scelta dei relatori mi lasci un po’ perplesso, considerando che a co-organizzare non è Assobiotech, ma la Cia: il biotecnologo Luigi Monti, il biotecnologo Marteen Chrispeels, il biotecnologo Albino Maggio, il biotecnologo Ray Bressan, il biotecnologo Fabio Veronesi, il console USA a Napoli (che, salvo non cerchi rogne anche lui, dovrà tener presente che Bush ha espressamente chiesto che l’ Italia rinunci alla sua linea di fermezza sugli OGM)? In diversi documenti la Cia ha ribadito la necessità di una ?corretta impostazione della ricerca, trasparenza e completezza dell’informazione. E se cominciassimo da Napoli?»


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