Cultura

Ogm: la Chiesa si interroga, sono buoni o cattivi?

Il Pontificio consiglio per la Giustizia e la pace ha chiesto ad alcuni esperti da tutto il mondo di studiare il problema e fornire delle risposte

di Gabriella Meroni

Il Papa vuole chiarirsi le idee sugli ogm: possono realmente essere una soluzione per sfamare milioni di poveri o hanno un impatto rischioso per l’umanita’? Per questo il Pontificio consiglio per la Giustizia e la pace ha chiesto ad alcuni esperti da tutto il mondo di studiare il problema e fornire delle risposte. Cosi’ il 10 e 11 novembre una quarantina di super consulenti provenienti da ogni parte del mondo, comprese India e Cina, daranno vita nella sede del Pontificio consiglio a un convegno a porte chiuse per una valutazione scientifica sulle agrobiotecnologie. Il dibattito sara’ articolato in quattro sessioni: ricerca scientifica, alimentazione e commercio, sicurezza ambientale e sanitaria, prospettive etiche. Come titolo del convegno il Vaticano ha scelto ”Ogm: minaccia e speranza?”. Il titolo ben riassume la situazione di incertezza che vive anche il Vaticano in merito all’atteggiamento da assumere sugli Organismi geneticamente modificati. E l’incertezza era gia’ emersa l’estate scorsa, alla vigilia del vertice di Cancun, quando era stato evidente che la Chiesa non aveva una posizione univoca su questo argomento. Fu anzi proprio in quella occasione che il presidente di Giustizia e pace mons. Renato Martino, oggi cardinale, annuncio’ la decisione di convocare per l’autunno un convegno di studi in Vaticano. La posizione della chiesa sulle tecnologie genetiche e’ stata finora chiara: prudenza ma senza chiusure. Nel 1999, in occasione della presentazione di due volumi, curati dalla Pontificia accademia per la vita: ”Human genome, human person and the society of the future” e ”Biotecnologie animali e vegetali”, il Vaticano aveva invitato a non chiudere la porta, anzi ad aprirla, ma con attenzione. E purche’ non si tocchi l’uomo ed il suo patrimonio genetico, se non per curare: ”I problemi posti dall’applicazione della genetica all’uomo dipendono dalla finalita’ perseguita e dall’entita’ del rischio che il soggetto umano subisce”. La Chiesa, aveva ricordato mons. Elio Sgreccia, vicepresidente dell’Accademia, condanna la clonazione umana perche’ ”contraddice la dignita’ della persona”, mentre quanto alle biotecnologie applicate su animali e piante, per mons. Sgreccia essa e’ ”lecita e doverosa”, perche’ puo’ risolvere problemi come la fame nel mondo. Ma ”verificare il rischio e’ moralmente obbligatorio”. Obbligatoria anche la trasparenza: ”La gente deve poter sapere che un determinato prodotto e’ stato ingegnerizzato”. C’e’ infine il problema dei controlli. Perche’ questo e’ ”un terreno pieno d interessi” ed esistono molti problemi, dal tipo di uso alla possibilita’ di allargare l’ingiustizia tra Nord e Sud del mondo.


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