Formazione

Ogm: industrie biotech sotto inchiesta

La Procura di Torino indaga sulle sementi geneticamente modificate scoperte dall'Ense

di Giampaolo Cerri

Biotech sotto inchiesta. Dieci avvisi di garanzia sono stati inviati ai dirigenti italiani di altrettante industrie agricole biotech per il problema della circolazione di sementi di mais ogm. L’ inchiesta è stata aperta dalla Procura di Torino, e si basa sui risultati di test svolti dall’ Ente nazionale per le semenze. Torna a colpire il magistrato più temuto d?Italia. Il sostituto procuratore torinese Raffaele Guariniello ha inviato 10 avvisi di garanzia a dirigenti italiani di industrie agricole multinazionali tornano alla ribalta delle cronache gli Ogm, Organismi geneticamente modificati, che in circa due anni hanno portato all?apertura di una decina di inchieste. Il reato ipotizzato è frode in commercio, perpetrata dai produttori di alimentari che, pur riportando sulla confezione la dicitura “non mod.” (Non modificati geneticamente) sono risultati positivi ai test per accertarne la presenza. Fu una denuncia di un?Associazione in difesa dei consumatori a dare l?avvio agli accertamenti. Nel maggio 2001 Guariniello acquisì tra i suoi fascicoli un rapporto su controlli a campione di alimenti in commercio effettuati dai carabinieri del Nas e dall?Istituto superiore di sanità: emergeva che la percentuale di ogm raggiungeva addirittura il 5%. Da allora, le verifiche sono state sempre più frequenti, delineando un panorama assai poco rassicurante sugli alimentari, in particolare quelli contenenti farine di mais. Le verifiche che hanno portato all?emissione dei 10 avvisi di garanzia odierni sono state condotte a maggio dall?Ense (Ente nazionale per le semenze), su commissione del ministero delle politiche agricole. Risultato: su oltre un centinaio di campionature, contengono ogm 54 sementi provenienti da Italia, Ungheria, Turchia, Stati Uniti e Canada. Non è il primo responso allarmante finito tra i fascicoli della Procura torinese. Già nell?ottobre 2001 un?indagine dei Nas in Piemonte aveva portato alla luce Ogm nel latte in polvere per neonati, in particolare in due prodotti: l?”Alsoy2″ della Nestlè e il “Multisoy” della Dieterba. Le aziende respinsero ogni addebito spiegando che eventuali tracce erano dovute a presenze “assolutamente accidentali” di Ogm nel loro latte. Tesi analoga è stata ribadita dall?Assobiotech. “Un problema ormai ben chiaro – ha dichiarato il direttore Leonardo Vingiani – è la presenza accidentale di sementi geneticamente modificate in sementi tradizionali. Il ministro Alemanno, agli operatori che chiedevano certezze, ha saputo offrire solo lo slogan ?tolleranza zero?” invece che interventi concreti. Adesso succede che le stesse sementi commercializzate in tutta l?Unione Europea, con i più elevati standard di sicurezza e qualità, solamente in Italia vengono messe sotto inchiesta”. Eppure, fu proprio il governo a complicare, secondo i magistrati inquirenti, le indagini in corso. Con un decreto a fine ottobre 2001 venne introdotta infatti la soglia minima di tolleranza dell?1% di Ogm derivante da contaminazione “accidentale”, soglia prima assente. Un provvedimento che rischia di modificare radicalmente lo scenario dell?inchiesta, dicono i giudici. In base al decreto, le aziende devono dimostrare che gli Ogm sono presenti negli alimenti per contaminazione e di avere preso tutte le precauzioni. Ma l?accertamento è molto difficile poiché molte industrie interessate dalle inchieste hanno sede all?estero.


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