Sostenibilità

Ogm, il golpe transgenico di Monsanto

I Vas hanno presentato ieri un nuovo dossier contro la multinazionale del transgenico: "Si vuol forzare l'introduzione delle coltivazioni Ogm".

di Barbara Fabiani

Sono 11 i carichi di sementi di mais e soia arrivati al porto di Genova negli ultimi mesi , provenienti dagli Stati uniti e destinati ad essere venduti ai nostri agricoltori per la vicina semina di primavera. Di questi carichi in ben 7 casi è stata accertata la presenza di sementi geneticamente modificati. Infatti ai 5 casi già registrati si aggiungono altri 2 rifornimenti arrivati i primi giorni di marzo nel porto ligure, quello in cui approda la grande maggioranza delle importazioni di sementi destinati ai campi. Lo rende noto “Verdi ambiente e società” l?associazione ambientalista tra le più attive a denunciare i tentativi di commercializzazione non autorizzata di ogm nel nostro paese.
Si tratterebbe di due carichi di sementi di soia, di 900 e 1330 quintali, rispettivamente prodotti dalla multinazionale Monsanto e dal colosso dell?agribusiness Sygenta , nata dalla fusione tra Novartis e Astra Zeneca.
In entrambi i casi l?Istituto zooprofilattico di Torino ha analizzato dei campioni del carico constatando la presenza di organismi geneticamente modificati. Purtroppo i tempi necessari all?accertamento hanno fatto si che nel frattempo i sacchi di sementi lasciassero comunque il porto di Genova per essere introdotti nella catena distributiva.
Al momento il Nucleo Anti Sofisticazione dei carabinieri sta conducendo indagini per rintracciare la destinazione delle sementi e cercare di impedirne la semina da parte di inconsapevoli agricoltori.
“Le multinazionali devono capire che l?Italia non è il paese del far west biotecnologico- ha detto Ivan Verga vice presidente del Vas che ha ricordato come sia in Italia non la commercializzazione e la coltivazione dei questi prodotti non è stata ancora autorizzata. “Cercare di introdurre in questo modo delle sementi ogm corrisponde a un “golpe transgenico”” ha aggiunto.
Atteggiamenti quelli delle multinazionali che non sembrano spaventare il Vas. L?associazione ha comunicato l?intenzione di querelare la Monsanto per i reati di diffamazione a mezzo stampa e calunnia. La decisione è stata presa in risposta alle dichiarazioni del presidente della Monsanto Agricoltura Italia, Jean Michel Duhamel, il quale il giorno dopo dell?incendio doloso avvenuto la notte del 2 aprile scorso nei depositi di Lodi della multinazionale, avrebbe indicato come ispiratori e istigatori dell?azione delittuosa le associazioni ambientaliste che nei dieci giorni precedenti l?incendio hanno operato una campagna di disinformazione sulle attività della Monsanto. Il Vas ritiene che pur non avendo fatto espressamente il nome dell?associazione il signor Duhamel attribuisse proprio a questa il ruolo di mandante, non essendoci stato in quel periodo attività di contestazione da parte di alcuna altra organizzazione ambientalista.
Intanto preoccupa il destino dei 4 rimanenti carichi tra gli 11 arrivati in Italia, e di cui si sono perse le tracce. Si ricorda che al momento 2 carichi di mais contaminato ogm e un carico di soia sono sotto sequestro dai Nas, che per un ulteriore carico di sementi di soia si attendono più approfondite analisi e infine che un carico di mais geneticamente modificato del tipo MON 180 destinato al consumo alimentare è stato respinto all?importazione perché si tratta di una varietà di mais ogm vietata nel nostro paese.
In molti si interrogano su come sia possibile porre un freno a questi tentativi di importazione contaminata, tanto più che, per ammissione degli stessi produttori di sementi, non è possibile garantire la completa mancanza di ogm nelle filiere, in particolare quelle statunitensi, non essendoci a questo riguardo certificazioni né controlli per tenere separati i prodotti naturali da quelli modificati.
“L?azione più dura sarebbe quella di rinunciare alla semina per questo anno in attesa di poter importare nel 2002 delle sementi da paesi terzi che garantiscano una certificazione “ogm free” omologata agli standard europei? ha detto Roncolini della Confederazione italiana agricoltori, pur sottolineando questa come una scelta estrema. Inoltre l?eventualità di importare sementi da paesi terzi più affidabili è resa difficile dagli accordi economici internazionali che regolano gli scambi commerciali tra paesi.
Un altro tentativo potrebbe essere quello di far aumentare sensibilmente la produzione nazionale di soia o di analoghi prodotti vegetali proteici come l?erba medica. La Francia, ad esempio, produce il 55% del suo fabbisogno di soia contro appena il 14% dell?Italia.
Intanto gli agricoltori, che in occasione della battaglia sugli ogm stanno dimostrando un fronte unito con ambientalisti e associazioni di consumatori, possono almeno tutelarsi dall?accusa di aver seminato un prodotto dannoso richiedendo alle aziende distributrici di sementi un certificato che dichiari l?assenza di ogm.

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