Formazione

Ogm: Greenpeace occupa quartier generale Monsanto

Blitz di attivisti di Greenpeace nella sede europea della multinazionale Monsanto a Bruxelles, occupata per diverse ore. Un blitz effettuato nella Giornata mondiale della Biodiversit

di Paul Ricard

Blitz di attivisti di Greenpeace nella sede europea della multinazionale Monsanto a Bruxelles, occupata per diverse ore. Un blitz effettuato nella Giornata mondiale della Biodiversita’ proclamata dall’Unep, l’Agenzia Onu per l’ambiente, allo scopo di diffondere le conoscenze e la consapevolezza dei temi relativi alla biodiversita’. L’edificio e’ stato occupato “per protestare contro la potente lobby esercitata sul Wto dalla multinazionale, responsabile del 90% delle colture Ogm al mondo”. L’amministrazione Usa – spiega Luca Colombo, responsabile della campagna Ogm dell’associazione ambientalista – ha fatto ricorso al Wto contro la moratoria europea sugli Ogm “proprio per difendere gli interessi della Monsanto e dell’industria biotech che trova forti resistenze nei consumatori in tutto il mondo”. Le coltivazioni Monsanto – aggiunge Colombo – “sono una delle maggiori fonti di inquinamento genetico per l’agricoltura biologica e convenzionale in Europa come in Brasile, Canada ed India. L’azione contro la Monsanto avviene a ridosso dell’incontro dei ministri dell’Agricoltura europei che si incontreranno a Bruxelles la prossima settimana per discutere della cosiddetta coesistenza tra agricoltura Ogm e Ogm free”. A detta di Greenpeace, la proposta elaborata dalla Commissione europea “rischia di danneggiare l’ambiente, gli agricoltori tradizionali e i consumatori e non rispetta il principio di precauzione e il principio del ‘chi inquina paga’. I costi dell’inquinamento genetico devono pagarli i produttori di Ogm come la Monsanto, non gli agricoltori e i contribuenti”. Per 4 anni gli Stati membri dell’Ue hanno bloccato l’approvazione di nuovi Ogm in attesa di una legislazionecompleta in materia: le norme sull’etichettatura e la tracciabilita’ di cibi e mangimi Ogm dovrebbero entrare in vigore per la fine dell’anno. “Chiediamo alla Commissione europea e agli Stati membri di non cedere alle pressioni statunitensi, mantenere la moratoria e introdurre le norme sulla responsabilita’ per i costi legati all’inquinamento genetico” Quanto all’Italia – conclude Colombo – “deve accelerare le procedure di ratifica del Protocollo di biosicurezza, uno degli strumenti previsti dalla Convenzione sulla Diversita’ Biologica, firmata a Rio de Janeiro nel 1992, e se lo facesse prontamente potrebbe portare ad una rapida entrata in vigore del Protocollo, per la quale occorre la ratifica di 50 Paesi, ormai prossima”.


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