Famiglia

Ogm: Fao, banane transgeniche no grazie

L'agenzia Onu smentisce i pericoli di estinzione del frutto. L'allarme lanciato dai paladini delle biotecnologie. A rischio la Cavendish, ma il rimedio è incrementare la biodiversità

di Giampaolo Cerri

Banane in estinzione? Falso. A smentire le voci del declino di uno dei frutti più diffusi nel mondo è la Fao. A lanciare il grido di dolore erano state anche le multinazionali del biotech e i centri di ricerca ad esse legati: i paladini degli Ogm si erano infatti subito messi a disposizione per ingegnerizzarle, salvando così la biodiversità. Lo assicura la Fao in risposta a recenti articoli di stampa che parlano di minaccia di estinzione entro una decina di anni. L’Organizzazione Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) sollecita pero’ i produttori a promuovere una maggiore diversificazione genetica delle banane immesse sul mercato. Essa puntualizza che piccoli produttori in varie parti del mondo coltivano numerose qualita’ di banane che non sono minacciate da una malattia che oggi attacca banane vendute soprattutto in Europa e Nordamerica. La banana Cavendish, che si trova principalmente nei supermercati occidentali, e’ stata colpita in alcuni paesi asiatici da un nuovo ceppo di fungo Fusarium, anche conosciuto come “malattia di Panama”. «Quanto sta accadendo e’ l’inevitabile conseguenza della coltivazione su larga scala di un unico genotipo», ha dichiarato Eric Kueneman, capo del Servizio Fao per i raccolti e i pascoli. La banana Cavendish e’ importante nel commercio mondiale, ma costituisce soltanto il dieci per cento delle banane prodotte e consumate nel mondo. Praticamente tutte le piantagioni commerciali di qualche rilievo producono quest’unico genotipo, la cui vulnerabilita’ e’ inevitabile e prevedibile.


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