Economia
Ogm d’Italia
Denuncia degli ambientalisti: a Pordenone ci sono già coltivazioni a dna modificato
Due interi campi coltivati a mais Ogm (in foto). Entrambi in Friuli, a Fanna e a Vivaro, in provincia di Pordenone. È il rischio segnalato dalla task force Italia libera da Ogm. Per la magistratura non c’è ancora la certezza. In attesa degli esiti delle perizie quelli di Greenpeace si sono portati avanti: gli ambientalisti hanno fatto delle analisi su campioni prelevati da loro, le piante incriminate sarebbero mais Mon810, una varietà brevettata dalla multinazionale Monsanto. I dati di Greenpeace sono stati diffusi ieri, oggi oltre cento coltivatori della Coldiretti friulana si sono radunati davanti alla Prefettura di Fanna per dar vita ad un “Presidio della Legalità”. L’obiettivo è chiedere alla magistratura di intervenire immediatamente ordinando la distruzione della piantagione. Il presidente nazionale Sergio Marini chiede al ministro dell’agricoltura Giancarlo Galan il ripristino della legalità: «lo stesso Ministero ha l’obbligo di chiarire fino in fondo le azioni di carattere politico e tecnico-amministrativo che fino ad oggi ha messo in piedi e che intende intraprendere nelle prossime ore», ha dichiarato il presidente della Coldiretti.
«C’è il pericolo di contaminazione dei campi vicini. Il campo dev’essere distrutto prima della fioritura delle piante, per impedire un’estesa contaminazione», scrivevano tra gli altri Legambiente e Coldiretti in un appello al Presidente della Repubbica. Ma bisognerà attendere ancora qualche settimana per sapere cosa stabilirà la perizia ordinata dal procuratore di Pordenone, Antonio Delpino. Comunque le parole dell’agricoltore sotto accusa non rassicurano il fronte anti-ogm: «La fioritura c’è gia stata da un pezzo, e la fecondazione è già avvenuta», dice Giorgio Fidenato, già protagonista di altre azioni in favore della diffusione in Italia degli organismi geneticamente modificati.
Tutto è partito più di un mese fa da due lettere anonime spedite all’Ersa, l’agenzia regionale per lo sviluppo rurale. Contenevano foglie di piante di mais Ogm e mappe che indicavano i campi ora sotto sequestro. Il 24 giugno arriva la denuncia dell’assessore regionale all’agricoltura, il leghista Claudio Violino. La perizia dirà se i quattro ettari e mezzo del campo di Fanna sono coltivati a Ogm. «In quel caso violerebbero il decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 212, che prevede il rilascio di una specifica autorizzazione, senza la quale è prevista la pena dell’arresto da sei mesi a tra anni o un’ammenda fino a 51.700 euro», ricordano i componenti della task force. Fidenato non sembra preoccupato dai rischi legali: «Faremo ricorso. Daremo battaglia fino all’ultimo, il diritto europeo ci dà ragione», afferma.
Il Friuli sembra terra d’elezione per i coltivatori favorevoli al mais geneticamente modificato. A fine gennaio Silvano Della Libera, agricoltore di Pordenone e vicepresidente di Futuragra, un’associazione di 500 coltivatori pro-biotech, aveva annunciato: «Ci saranno mille coltivatori di mais pronti a seminare varietà geneticamente modificate». Dalle Libera aveva dalla sua parte una decisione del Consiglio di stato che aveva sbloccato l’autorizzazione alle coltivazioni “proibite”. Agli inizi di aprile è arrivato un altro stop dell’ex ministro Zaia al mais Mon810 – quello che secondo Greenpeace si trov anche nel campo sotto accusa – dell’azienda friulana. Ma Futuragra non demorde: adesso attende l’esito di un altro ricorso al consiglio di stato e al Tar del Lazio.
Sul rischio contaminazioni che partirebbe da Fanna non si sono fatte attendere le reazioni sella politica, con opposizioni trasversali agli Ogm. Per il senatore Pd Francesco Ferrante «In Friuli è iniziato l’inquinamento del settore agroalimentare italiano, agevolato dall’immobilismo del governo». E il sindaco di Roma e ex ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno ha scritto ai ministri Fazio e Prestigiacomo chiedendo «soluzioni urgenti e commisurate al grave rischio prospettato»
Di sicuro in Friuli ci sono almeno diciotto pannocchie Ogm. Sono quelle delle sei piante coltivate in una zona segreta della regione. Chi vuole può vedere il video, girato lo scorso 25 aprile, della semina illegale su youtube. Al centro della scena ci sono l’agricoltore Giorgio Fidenato e l’editore Leonardo Facco, amministratore del Movimento Libertario. Sul loro sito è anche stato possibile seguire passo dopo passo la crescita delle piante, l’ultima foto è del 12 luglio, sotto il titolo «la marcia del mais». Altri video si scagliano contro la coalizione «nazicomunista» contraria agli Ogm.
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