Famiglia

Ogm: Alemanno, norme non si toccano

Il ministro delle Politiche agricole ribadisce la tolleranza zaro sul transgenico. Assobiotech: «Impossibile garantire purezza sementi»

di Giampaolo Cerri

L’attuale legislazione sugli ogm non verrà modificata. Lo ha assicurato il ministro delle Politiche agricole e Forestali, Giovanni Alemanno, incontrando i dimostranti che nei giorni sorsi hanno manifestato di fronte al Dicastero di Via XX settembre per chiedere il rispetto delle leggi vigenti e l’allontanamento dei lotti di sementi contaminati da Ogm, che sarebbero stati localizzati nei depositi di alcune industrie sementiere, a difesa degli imprenditori agricoli e dei consumatori. «Continueremo a vigilare – ha aggiunto Alemanno – affinché la legge sia rispettatà». Alla manifestazione, organizzata dalla Coldiretti e dalle Associazioni dei consumatori, accompagnate anche dal mondo politico: alla protesta infatti hanno presi parte i Verdi, guidati dall’ex ministro delle politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, ed i giovani di Alleanza Nazionale. A spingere le varie organizzazioni a scendere in piazza è stata la volontà di ”impedire il boicottaggio delle scelte di valorizzazione qualitativa del sistema produttivo nazionale ed evitare che, attraverso la fissazione di soglie di tolleranza, la libertà di scelta dei consumatori e degli imprenditori agricoli sia violata da chi accidentalmente non ha rispettato la legislazione vigente”. «Sulla purezza dei semi va imposta la tolleranza zero – ha detto Pecoraro Scanio – È importante che il governo sappia resistere alle pressioni crescenti di alcune multinazionali e di una parte del mondo scientifico spesso direttamente coinvolto nel grande business degli ogm. Occorre oggi coraggio per punire chi immette semi ogm nel nostro paese. Il Governo – conclude – deve rispettare gli impegni presi pubblicamente con gli agricoltori, i consumatori e con i Verdi anche nelle sedi parlamentari». Le associazioni manifestanti (Coldiretti, Ancc-Coop, Federconsumatori, Adiconsum, Acu, Codacons, Adusbef, Cna Alimentare, Aiab, Verdi Ambiente e Società, Legambiente, Verdi e i giovani di Alleanza Nazionale) hanno poi incontrato personalmente Alemanno, che ha nuovamente garantito il suo «impegno per il rispetto della legalità e della tolleranza zero, la verifica delle eventuali responsabilità delle industrie, l’ allontanamento delle partite contaminate, l’ intensificazione e il coordinamento dei controlli e la definizione di un piano sementiero». «Manteniamo alta l’ attenzione, nell’ interesse delle imprese agricole e dei consumatori, e vigileremo costantemente – hanno affermato le associazioni – affinché le assicurazioni ricevute si traducano coerentemente in fatti concreti. La nostra tradizione agroalimentare di qualità non ha bisogno di alcuna tolleranza nei confronti delle manipolazioni e occorre impedire con decisione tutte le manovre che mirano ad inquinare l’ ambiente e i sistemi della produzione agroalimentare nazionale». Secondo la il presidente della Cia, Massimo Pacetti, invece «la tolleranza zero Ogm nei semi non è il punto da cui partire, ma è l’obiettivo prioritario a cui arrivare. D’altronde, tutti sono attualmente a conoscenza che il seme tradizionale disponibile in Italia non è assolutamente sufficiente per garantire le semine». Pacetti ha poi spiegato nuovamente la posizione della Cia. «L’obiettivo di avere disponibilità di semi esenti da Ogm è da perseguire nel tempo, sia con la ricerca in laboratorio che con la sperimentazione su campo, ed in ogni caso tenendo ben fermo il principio di precauzione. Oggi – ha sottolineato – c’è assoluto bisogno di certezze per i coltivatori. Ed è per questo che ribadiamo l’impellente necessità di un provvedimento, da parte dei ministeri competenti, che fissi una soglia di tolleranza realistica e praticabile». «Noi abbiamo due priorità assolute – ha invece affermato la Confagricoltura- che sia assicurata la più corretta informazione dei consumatori e che venga garantita la giusta tutela del lavoro degli agricoltori che seminano mais e soià». Per l’organizzazione, la costruzione di una filiera Ogm free in Italia può realmente rappresentare una carta vincente ma occorrono programmi, obiettivi precisi ed una stretta collaborazione tra Enti pubblici e soggetti privati. «Senza questi passaggi – conclude la Confagricoltura – si continuerà a restare a livello di buone intenzioni, senza risultati concreti per i consumatori e gli agricoltori». «Le tecnologie di produzione, trasporto e distribuzione delle sementi non hanno mai consentito, e continuano a non consentire, la purezza totale delle produzioni nazionali o d’importazione – ha affermato il presidente di Assobiotech, Sergio Dompè – Questo lo sanno tutti, e lo ha ribadito anche il Comitato Scientifico per le Piante della Commissione Europea. Eppure si continua a consentire di usare questa semplice verità come pretesto per polveroni e campagne denigratorie da parte dei soliti oppositori del biotech». Le dichiarazioni di Dompè non sono state ben accolte dalla senatrice dei Verdi e membro della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama, Loredana de Petris. «Chi non si vuole adeguare alla tolleranza zero eviti pertanto di trovare giustificazioni tecniche – ha detto la De Petris – Sono gli interessi commerciali legati alla brevettazione delle sementi a muovere il fronte dell’illegalità biotecnologica, un tentativo intollerabile di ignorare le scelte compiute dal nostro Paese che deve trovare adeguata risposta istituzionale. Assobiotec si informi, sono già disponibili sul mercato prodotti sementieri italiani ed esteri certificati Ogm-free che garantiscono all’agricoltore che acquista l’assenza di contaminazione, e dimostrano concretamente che il processo di produzione, trasporto e commercializzazione può essere preservato adeguatamente da contatti con materiale transgenico»


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA