Volontariato
Ogm, ad Assobiotec piace atteggiamento del governo
E anche il sottosegretario all'industria, Valducci, conferma: si cambierà politica
Sulle biotecnologie ”cambia l’atteggiamento del governo italiano”, dopo ”l’ambiguita’ degli esecutivi precedenti che hanno fatto si’ che per due anni il provvedimento (di recepimento della direttiva europea sulle biotecnologie, ndr) rimanesse chiuso nei cassetti della decima Commissione al Senato senza andare avanti”.
E’ un messaggio di svolta quello che Mario Valducci, sottosegretario al Ministero delle Attivita’ Produttive, porta al convegno sulle Biotecnologie promosso a Milano da Federchimica. ”Quel che vuole fare il Governo -afferma Valducci poco prima di prendere la parola in sala- e’ recepire la direttiva europea sulle biotecnologie per la quale lo Stato Italiano e’ inadempiente”. Di alternative, del resto, non ce ne sono. Non piu’ tardi di un mese fa, come ricorda lo stesso sottosegretario, la Corte di Giustizia Europea ha rigettato il ricorso presentato da alcuni paesi, tra i quali l’Irlanda e la Norvegia, con il quale si intendeva non recepire la direttiva. Quella europea, afferma ancora Valducci ”e’ una direttiva che dovrebbe finalmente stimolare tutta la parte legata alla ricerca in questo settore importantissimo. Ad esclusione di tutto quel che riguarda la clonazione umana e quel che la direttiva Ue vieta espressamente”.
L’orientamento del governo piace alla sala riunita per discutere del futuro di quelle biotecnologie che, afferma Sergio Dompe’, presidente di Assobiotec, sono state fino ad oggi penalizzate da quelle ”buone intenzioni dei governi” che pero’ non hanno sempre prodotto ”buoni risultati, in particolare per l’insufficienza delle misure a favore della creazione di infrastrutture, necessarie a sostenere il modello a rete che consentirebbe alle Pmi biotecnologiche di esprimere al meglio le proprie potenzialita”’. Senza contare, aggiunge Dompe’ ”la sostanziale carenza di provvedimenti di finanziamento a fondo perduto della ricerca early stage”. Per il presidente di Assobiotec, insomma, il governo dovrebbe valutare una serie di provvedimenti che vanno dai benefici fiscali per le start up, alla valorizzazione del capitale scientifico ed intellettuale, ”dall’estensione nel trasferimento degli asset in caso di cambio di proprieta’, al miglioramento nei meccanismi di trasferimento dei risultati della ricerca pubblica alle imprese private”.
Ma se lo Stato Italiano, come ricordava Valducci, e’ tutt’ora inadempiente, la situazione lombarda, afferma il presidente regionale Roberto Formigoni, ”e’ decisamente migliore con un investimento in ricerca e sviluppo che incide per l’1,7% del valore aggiunto, contro un 1,4% di quello nazionale, e con un numero di ricercatori piu’ alto: l’8,3% degli occupati contro il 7,2% dell’Italia”. La Lombardia, ricorda poi il suo governatore, vanta due poli universitari con discipline medico-scientifiche e 45, su 200, delle imprese biotecnologiche italiane. Dal 1995, afferma poi Formigoni ”abbiamo decuplicato gli stanziamenti in bilancio per la ricerca e l’innovazione”. La Regione inoltre ha siglato un accordo di programma quadro in materia di innovazione tecnologica del valore di 412 mld di lire, e con la legge n.18/2000 concorre alla costituzione e gestione di fondi mobiliari per la partecipazione a capitali di rischio di nuove imprese innovative lombarde.
Per il futuro, conclude Formigoni e’ necessario che ”regioni, enti locali, mondo della ricerca e della scienza, e imprese, comincino a ”fare sistema” secondo quel modello che il progetto ”Biopolo” ha incarnato in Lombardia e che ha prodotto un centro di accoglienza sulle biotecnologie industriali e un Osservatorio permanente sulle biotecnologie.
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