Non profit

Oggi: sciopero spesa

Niente cappuccino e cornetto al bar, niente serata in pizzeria, rimandato anche il cinema. Ad incrociare le braccia questa volta non saranno i lavoratori, ma i consumatori

di Redazione

Stufa delle continue stangate sui prezzi, l’Intesa dei consumatori, appoggiata anche dai sindacati ma non da tutte le altre associazioni del consumerismo, hanno deciso di dare battaglia ai rincari con la migliore arma a disposizione dei cittadini, l’astensione dai consumi. Il consiglio rivolto alle famiglie è quindi di limitare gli acquisti allo stretto indispensabile, mentre l’invito indirizzato al governo è di intervenire direttamente per porre un freno ai rincari e per “cambiare radicalmente rotta” alla politica economica, rilanciando i consumi e accelerando la modernizzazione dei servizi per cui si pagano ancora tariffe troppo salate (gas, acqua, luce). L’obiettivo, spiegano i rappresentanti dell’Intesa, è quello di “salvare il portafoglio almeno per un giorno”, ma anche di testimoniare “la generale insofferenza” delle famiglie per il carovita. Di dare un segnale insomma dell’insoddisfazione dei cittadini e anche del loro potere (secondo i calcoli dell’Unione nazionale consumatori in un solo giorno di sciopero il danno ai commercianti potrebbe arrivare a 300 milioni di euro). In due anni i redditi degli italiani sono stati infatti falcidiati, secondo le stime dell’Intesa, di circa 2.800 euro, tra rincari dei generi alimentari, dell’rc auto, dei servizi bancari e dei prodotti di più largo consumo. Uno stillicidio che non corrisponde però alle rilevazioni mensili dell’Istat. Per agosto, l’istituto di statistica ha oggi confermato un’ inflazione in salita dal 2,7% di luglio al 2,8%. Nonostante l’aumento, si tratta, secondo l’Intesa, di calcoli ancora ben lontani dalla realtà. Tanto “sballati” da aver spinto i consumatori a presentare ricorso al Tar del Lazio per annullare i dati dell’Istat e per “provvedere all’indicazione delle esatte modalità di calcolo dell’indice di inflazione”. La parola d’ordine lanciata dai consumatori per la giornata di domani è dunque “non comprare”: dal caffé al quotidiano, dal pranzo al capo di abbigliamento. Ma le associazioni, che hanno già organizzato manifestazioni nelle principali città italiane, consigliano anche di non effettuare operazioni in banca (i servizi bancari sono tra i principali incriminati del carovita) e di astenersi dall’acquisto di titoli azionari “per dare una risposta alle speculazioni borsistiche che hanno danneggiato i piccoli risparmiatori”. Allo sciopero hanno aderito i produttori agricoli (Cia e Coldiretti), i Verdi, che parteciperanno al presidio organizzato dall’Intesa davanti al Parlamento a piazza Montecitorio, e le organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil, Confsal, Fabi) che accusano il governo di essere il principale responsabile dell’ inflazione. Un intervento anti-rincari da parte dell’esecutivo é sollecitato anche dal presidente della Commissione Finanze del Senato, Riccardo Pedrizzi, mentre ad essere più divise che mai sono proprio le associazioni dei consumatori. I nuovi ‘Consumatori indipendenti’ (Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori), nati dalla scissione della Coalizione dei consumatori, hanno organizzato per domani una protesta autonoma di fronte alla sede di Confcommercio. Allo sciopero totale le cinque associazioni oppongono un boicottaggio mirato e continuato, bocciando le iniziative per calmierare i prezzi annunciate dalla Confesercenti in accordo con l’Intesa dei consumatori. E ancora diversa è la posizione dell’Adiconsum, che ha proclamato una giornata di mobilitazione senza però aderire direttamente allo sciopero dell’Intesa. Sul panorama frammentato delle associazioni, si alzano infine le voci totalmente contrarie. La Confesercenti giudica lo sciopero “inutile ed ingiustificato, basato su dati non veri e continue colpevolizzazioni a carico soprattutto dei commercianti”, oltre che “controproducente” perché induce ad un’ulteriore contrazione dei consumi. Esplicito anche il parere del ministro del Welfare Roberto Maroni che domani andrà “sicuramente” e regolarmente a fare acquisti nei negozi. Caro Euro… Dai campeggi ai servizi bancoposta, dalle tariffe dei traghetti lagunari ai prezzi delle sigarette: sono alcuni dei prodotti per i quali gli aumenti viaggiano ormai a due cifre. E se per le alternative all’albergo (agriturismi, campeggi e servizi cuccette sui treni) in un anno gli aumenti sono del 32,5%, anche prodotti che sono sulla tavola tutti i giorni, come patate, zucchine, fagioli, risultano tutti più costosi di oltre il 9% rispetto ad un anno fa. E a questo proposito l’Istat oggi sottolinea: per l’aumento dei prezzi “il contributo maggiore è attribuibile al capitolo dei beni alimentari e bevande analcoliche, che da solo spiega quasi un quinto del tasso di inflazione registrato ad agosto”. E per restare alle spese più diffuse, aumenti consistenti si registrano anche nei servizi bancari (+7,4%), pizzerie (+4,8%), pedaggi autostradali (+6,7%). I tassi di inflazione nei primi 8 mesi del 2003, sono stati “relativamente elevati se valutati all’interno del contesto macro-economico, ed in particolare – spiega l’istituto nazionale di statistica – alla luce della perdurante fase di debolezza della domanda per consumi”. E se l’indice non scenderà dal 2,8%, registrato appunto ad agosto, il tasso d’inflazione per il 2003 – avverte l’Istat – sarà pari al 2,5%, un decimale in più rispetto al 2,4% indicato nel Dpef. Ad agosto 2003 la variazione tendenziale dei prezzi dei beni é risultata pari al 2,3% e quella dei prezzi dei servizi del 3,4%. Dopo i tabacchi (+8,7%), gli aumenti più consistenti sono stati registrati nei beni alimentari (+3,6%) e a trascinare il caro-tavola sono i prodotti non lavorati (+5,3% rispetto all’anno scorso), e soprattutto quelli ortofrutticoli. Anche il comparto energetico segna un aumento superiore alla media: +4,3%. Il capitolo servizi è quello che registra però gli aumenti più consistenti. Chi sceglie per le vacanze un’alternativa al più costoso albergo, dal campeggio all’agriturismo, si trova a dover sborsare un terzo in più rispetto all’anno scorso. Più cari del 7,4% i servizi bancari, ma anche andare in pizzeria o al ristorante costa il 4,8% in più, rispetto ad agosto di un anno fa. Più salato il conto anche per riparare qualcosa, dalle scarpe (+4,5%) ai mobili (+4,3%). Meno pesanti invece gli aumenti nei servizi regolamentati (nel complesso +2,3%) ma le eccezioni non mancano, dal bancoposta (+26,7% in un anno) ai pedaggi autostradali (+6,7%). A far da contrappeso nel settore sono però le riduzioni registrate per la telefonia fissa e pubblica (-2,2%). AUMENTI AD AGOSTO 2003 SU ANNO – LA TOP TEN AGO 2003/AGO 2002 1. Altri servizi alloggio +32,5% 2. Servizi di bancoposta +26,7% 3. Trasporti navali – altri +20,8% 4. Sigarette italiane +14,3% 5. Lubrificanti +13,6% 6. Ortaggi e legumi freschi +9,3% 7. Patate +9,0% 8. Istruzione secondaria +8,2% 9. Bevande a base di cacao +8,0% 10. Servizi bancari +7,4% AUMENTI MAGGIORI NEI SERVIZI NON REGOLAMENTATI AGO 2003/AGO 2002 Altri servizi di alloggio +32,5% Servizi bancari +7,4% Ristoranti pizzerie +4,8% Riparazione calzature +4,5% Riparazione mobili +4,3% Servizi medici +4,2% Assicurazioni sui mezzi di trasporto +4,2% Servizi di riparazione auto +3,8% Discoteche e scuole di ballo +3,5% Servizi medici ospedalieri +3,5% Cons. al bar gelati +3,4% Cons. al bar pasticceria +3,4% Riparazione articoli personali +3,4% Dentisti +3,2% Alberghi +3,1% SERVIZI NON REGOLAMENTATI +3,5% AUMENTI MAGGIORI NEI SERVIZI A PREZZO REGOLAMENTATO AGO 2003/AGO 2002 Concorsi a pronostico 0,0% Servizi di trasporto regolamentati +2,6% di cui: Taxi +2,5% Trasporti navali interni +20,8% Trasporti urbani multimodali +4,5% Trasporti ferroviari +2,2% Trasporti extraurbani +6,1% Trasporti marittimi -6,5% Tariffa rifiuti solidi +3,8% Istruzione universitaria e secondaria +3,4% Pedaggio autostradale +6,7% Canone tv +3,5% Servizi postali +0,2% Servizi di bancoposta +26,7% Servizi di telefonia fissa e pubblica -2,2% Altri servizi regolamentati +3,4% SERVIZI REGOLAMENTATI +2,3%

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