Famiglia

Oggi la giornata mondiale dell’alimentazione

Il messaggio di Diouf: "Dove c'è fame non ci può essere progresso"

di Redazione

All’indomani della cancellazione del vertice Fao, il direttore generale Diouf lancia un appello ai capi del mondo e alle organizzazioni della società civile per ribadire la necessità di combattere la fame e la povertà. In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, che si celebra proprio oggi, Jacques Diouf lancia un chiaro monito: “Una nazione di individui affamati non può progredire”. E nel fare il punto sugli obiettivi mancati dall’ultimo World Food Summit, ricorda i prossimi impegni che i governi dovranno mantenere: a partire da quelli fissati a Genova, nel corso del G8. Perché si dia, in tempi rapidi, una risposta efficace a un mondo con troppi squilibri.   Il messaggio del Direttore Generale in occasione della Giornata Mondiale dell?alimentazione e Telefood 2001 Mentre la gente si unisce in tutto il mondo per celebrare la Giornata mondiale dell’alimentazione, che cade nel cinquantaseiesimo anniversario della fondazione della FAO, mi dispiace che non sia una giornata di celebrazione per tutti. Quasi 800 milioni di persone nel mondo sviluppato rimangono imprigionate in un ciclo disperato di fame e povertà. Per ridurre questa cifra credo che dobbiamo riconoscere il difficile collegamento esistente tra le due questioni. La fame è piuttosto una conseguenza della povertà, ed è quindi questione diversa dall?affermare che sia la fame la causa della povertà. E? questa la ragione per la quale il tema ” lotta alla fame per ridurre la povertà ” è stato scelto per le celebrazioni di questa giornata dell’ alimentazione mondiale. Credo saldamente che quello della lotta alla fame sia il nostro obbligo morale. Ma egualmente lotto perché se non accertiamo questo diritto fondamentale dell’uomo, non ci potrà essere progresso reale e durevole nella lotta contro la povertà. Purtroppo, se da un lato la Comunità globale ha preso una seria iniziativa per mettere a fuoco la povertà del mondo, finora non è riuscita ad attribuire la giusta importanza alla lotta contro la fame. Questo deve cambiare. La fame infatti non solo indebolisce le persone ma anche le nazioni. Madri che non hanno abbastanza da mangiare dànno alla luce bambini sottopeso, la cui salute e il cui sviluppo possono compromettere il futuro delle loro vite. I bambini che vanno a letto affamati non hanno la forza per combattere le malattie o le infezioni, né sono in grado di applicarsi nello studio come dovrebbero, perdendo per sempre l’occasione di fuggire dalla trappola della fame e della povertà . Gli adulti sottonutriti sono più lenti e meno produttivi sul lavoro poiché i loro corpi hanno poca resistenza fisica. Una nazione di individui affamati non può svilupparsi né progredire. Da un recente studio è emerso che se i paesi in via di sviluppo, con un alto tasso di denutrizione, avessero aumentato l’ingestione di cibo ad un sufficiente livello nel corso degli ultimi 30 anni il loro prodotto interno lordo sarebbe aumentato del 45 per cento. Non sto suggerendo che dovremmo combattere la fame semplicemente perché ha un significato economico. Questo ragionamento ignorerebbe il fatto che tutta la gente gode di un diritto umano fondamentale: quello di non soffrire. Credo, tuttavia, che sia importante riconoscere che la fame merita almeno la stessa attenzione della povertà quando guardiamo alle priorità globali per lo sviluppo. E tristemente, all’ alba del terzo millennio, siamo ancora lontani dall?assicurare a tutta la gente del mondo abbastanza cibo di cui sfamarsi, ovunque e quando ne abbiano bisogno. Cinque anni fa i capi del mondo si sono incontrati a Roma in occasione del World Food Summit per impegnarsi solennemente a dimezzare il numero delle persone affamate da 800 milioni a 400 entro il 2015. Anche se ci sono alcuni paesi che hanno fatto progressi enormi nella riduzione la fame e della povertà, l’ obiettivo fissato cinque anni fa è rimasto lontano. La risposta non si trova semplicemente nell’intensificazione della produzione agricola. Ironicamente, il mondo a tutt?oggi ha abbastanza cibo per sfamare ogni uomo, donna e bambino sulla terra. Se tutto il cibo prodotto nel mondo dovesse essere ripartito ugualmente fra i relativi abitanti, ogni persona vivente avrebbe una razione quotidiana di 2.760 calorie, ovvero più del fabbisogno minimo per condurre una vita sana e produttiva. Tutti sappiamo che la realtà è molto differente e quello che esiste in termini di produzione, accesso e distribuzione è ampio ed inaccettabile, si divide fra coloro che hanno accesso alle risorse e coloro che non lo hanno. Ma questi squilibri possono essere raddrizzati. Significherà dare maggiore attenzione, sforzi e risorse nelle zone rurali, dove vive il 70 per cento della gente povera ed affamata del mondo. Per migliorare l’ accesso all?alimentazione e alla produzione, le zone rurali hanno bisogno di investimenti nei settori della sanità, della formazione, nelle comunicazioni e nell’infrastruttura. Questo richiederà un finanziamento alle istituzioni ed i governi nazionali e donatori dovranno incanalare maggiori investimenti in agricoltura. Invece, l’aiuto ufficiale allo sviluppo dell’ agricoltura continua a venir meno. Tuttavia sono contento se non altro per quanto raggiunto nel corso dello scorso luglio in occasione dell?ultimo G-8 ?il vertice di Genova in Italia – durante il quale è stato sottolineato il supporto all?agricoltura come elemento chiave ufficiale per lo sviluppo così come la sicurezza dell?alimentazione e lo sviluppo rurale hanno rappresentato il nucleo principale come strategie nella lotta alla povertà. Credo fortemente che il concetto di alimentazione non rappresenti per tutti un sogno impossibile e che l’obiettivo stabilito nel 1996 possa ancora essere raggiunto. Quando i governi si riuniranno nel mese di novembre in Italia in occasione del World Food Summit: si chiederanno, cinque anni dopo, se le promesse fatte non siano rimaste prive di risposte. Ugualmente ricorderanno cosa occorre fare affinché diventi realtà un mondo senza fame, avranno bisogno di disporre di adeguate risorse e di una necessaria politica. In questa Giornata mondiale dell’alimentazione, chiedo a tutti ? capi del mondo, organizzazioni della società civile, soci per lo sviluppo, società private, donatrici e all?intera Comunità globale – di ricordarsi che dovunque ci siano persone che sono cronicamente denutrite, là non può esserci la speranza di un mondo senza povertà. Dobbiamo affrontare entrambi i problemi, è questo il momento di combattere la fame e ridurre la povertà.


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