Economia

Oggi la cancellazione del debito alla Guinea Conakry

Si tratta del primo accordo bilaterale con cui l'Italia cancella il debito di uno dei Paesi più poveri al mondo. E' la prima attuazione della legge 209, grazie alla Conferenza Episcopale italiana

di Paul Ricard

E’ stato firmato oggi a mezzogiorno alla Farnesina a Roma il primo accordo bilaterale con il quale l’Italia cancella il debito di uno dei Paesi più poveri del mondo, la Guinea Conakry. Si tratta della prima attuazione della famosa legge 209 di cancellazione del debito estero dei Paesi poveri più indebitati approvata all’unanimità dal Parlamento italiano nel luglio del 2000. E l’accordo bilaterale è frutto della “colletta” lanciata dalla Chiesa italiana in occasione del Giubileo e dello straordinario lavoro di pressione sul governo italiano che ne è conseguito, oltre che di tutta la campagna popolare e della raccolta di firme di “Sdebitarsi” e di “Jubilee 2000”. La Guinea Conakry che era appunto uno dei due Paesi indicati nella campagna ecclesiale dello scorso anno (l’altro Paese era lo Zambia). Il debito estero della Guinea Conakry con l’Italia è superiore ai 100 miliardi di lire. Con l’accordo per il momento si cancella il “servizio del debito” (cioè in pratica gli interessi, le conseguenze del debito) e non ancora il capitale (almeno fino al 2004). Ma la cosa forse più significativa è che viene istituito, così come previsto dalla legge, un “fondo di contropartita” a tre: il governo italiano cancella il debito, il governo guineiano versa su un “fondo di contropartita” una somma proporzionata e la Chiesa italiana aggiunge i soldi raccolti con la sua campagna. Questo “fondo di contropartita” servirà a finanziare progetti di sviluppo e spese di carattere sociali “prevalentemente nei settori dell’agricoltura, della sanità, dell’istruzione e delle infrastrutture”. La firma tra governo italiano e governo della Guinea Conakry sarà seguita da una conferenza stampa alla quale parteciperà anche il vescovo Attilio Nicora (presidente del comitato ecclesiale per la riduzione del debito).
”Testimone” della firma è stata infatti, la Cei, che ha anche presentato i risultati della sua campagna di raccolta fondi per la cancellazione del debito, che ha raggiunto i 35 miliardi di lire. Somma questa che verra’ ripartita tra la stessa Guinea e l’altro Stato africano dello Zambia. A firmare l’accordo per la parte italiana, l’ambasciatore Marcello Spadafora, direttore generale degli affari economici della Farnesina. Con l’accordo, di fatto, non e’ stato ancora cancellato il capitale del debito che la Repubblica di Guinea ha contratto con il nostro paese ma gli intersssi e i rimborsi dovuti da qui a tre anni, pari ad una cifra di 14,6 milioni di dollari. A questo primo risultato seguirà un accordo applicativo tecnico che definira’ gli utilizzi dei risparmi ottenuti con la cancellazione. Da qui la costituzione di un ”fondo di contropartita” nel quale confluira’ il denaro del governo guineano e quello della raccolta dei fondi della Campagna Cei. Fondo, e’ stato spiegato oggi, che servirà per finanziare, insieme alle realta’ della societa’ civile locale, iniziative di sviluppo e promozione umana. Proprio all’attuazione di questi piani di sviluppo (insieme alla garanzia che i fondi risparmiati non vengano utilizzati, ad esempio, per l’acquisto di armi) faranno da base alla cancellazione vera e propria del debito che ammonta a circa 47 milioni di dollari. Un risultato importante questo, il primo in assoluto nel nostro paese, reso possibile dalla nuova legge e da quella che oggi, il vescovo Attilio Nicora, presidente del Comitato ecclesiale per la cancellazione del debito, ha definito ”la corretta pressione democratica” esercitata in questi anni su partiti e istituzioni politiche anche dalla Chiesa. Proprio il Comitato, è stato annunciato, si trasformera’ in una Fondazione che avra’ tra i suoi compiti anche quello di studiare ed approfondire i temi sempre ”caldi” della globalizzazione e del divario tra Nord e Sud del pianeta.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.