Non profit

Offensiva contro le associazioni. Bossi & Tremonti: fuoco e fiamme gialle

L’asse Lega-ministro dell’Economia vuole attaccare il sistema del volontariato cattolico come ritorsione contro vescovi, centristi di governo e Bankitalia.

di Redazione

Alla fine il non profit ha sbottato e ha chiesto al premier Berlusconi di dire qualcosa di liberale. Lui che in campagna elettorale si dipingeva come paladino dell?economia sociale di mercato, in15 mesi di governo ha sciorinato il peggior centralismo vecchio stile. Ma c?è di peggio. Il Terzo settore non ha neppure dimenticato la stagione delle urla e delle minacce leghiste, quelle di Bossi sui ?vescovoni?, per intendersi, dopo la ribellione del presule di Treviso alle sparate dello sceriffo-sindaco Gentilini. Insieme al capo della Chiesa trevigiana erano infatti finiti nel libro nero del ministro per le Riforme anche il mondo delle onlus di area cattolica, contro il quale sono stati agitati bastoni e promesse di legnate. L?attacco di Bossi potrebbe avere delle conseguenze, con tanto di visita degli uomini delle Fiamme gialle a curie, oratori e locali limitrofi. Del resto è stato lo stesso Bossi a minacciare «di mandare in giro la Finanza da certi vescovoni, per vedere se i soldi intascati dal popolo sono andati veramente ai poveri o se li sono mangiati». La fissa dell?asse Il leader leghista ha attaccato la Caritas, partendo dalla legge Bossi-Fini sulla regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari. Per Bossi «è finito il caporalato di certe parrocchie. I veri razzisti sono i buonisti, associazioni caritatevoli che agiscono per un solo scopo: cambiare il mondo a loro piacere e riempirsi il portafoglio». Ma è il riferimento alla Finanza che può nascondere non minacce, ma azioni da parte del ministero dell?Economia. Nel governo, si sa, c?è un asse di ferro fra Bossi e Tremonti. E da tempo i due hanno una fissa: smantellare il mondo dell?associazionismo. Il progetto è così lampante che se n?è accorto anche Ilvo Diamanti, opinionista e acuto studioso del fenomeno leghista, in uno dei suoi editoriali per Repubblica apparso a metà settembre: L?ossessione democristiana di Bossi. Una linea è apparsa chiara nella riforma delle fondazioni che mirava a commissariarle da parte dei partiti della maggioranza, Lega in testa, riforma poi ridimensionata per la rivolta partita anche dall?interno della stessa maggioranza. Ora il nuovo affondo. Le parole di Bossi con il riferimento alla Finanza non sarebbero solo una fionda fatta roteare nell?aria. Tremonti starebbe facendo mettere a punto un sistema di controllo fiscale delle attività dell?associazionismo cattolico, modellato sugli strumenti utilizzati per la lotta contro l?economia sommersa nel Sud: a finire nel mirino dell?Agenzia delle entrate, potrebbero essere in primo luogo i titolari dei contratti di utenze telefoniche, elettriche, per il gas e idriche non riconducibili a uso domestico, o i possessori di veicoli commerciali senza una partita Iva registrata. ?Vescovoni? avvisati Potrebbe essere previsto poi l?invio, da parte dell?Agenzia delle entrate, «di apposite richieste di chiarimenti ai soggetti relativamente ai quali l?utilizzo coordinato delle informazioni disponibili nelle banche dati dell?amministrazione finanziaria, di altri enti pubblici e società che erogano servizi di pubblica utilità, faccia emergere anomalie che potrebbero essere indice di utilizzo di lavoro non regolare nello svolgimento dell?attività», come previsto nell?attività di emersione del sommerso. I ?vescovoni? sono avvisati, a meno che non convincano gli ex democristiani in maggioranza, da Buttiglione a Tabacci, a smetterla di fare la guerra. Una battaglia che ha anche fra i protagonisti il governatore della Banca d?Italia, Antonio Fazio, considerato uno dei grandi nemici del ministro dell?Economia. Non si capisce perché a rimanere schiacciate in questa battaglia debbano essere le associazioni del volontariato. Monitor

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