Cultura

Oculisti Afmal-Aeronautica in missione in Africa

Un'equipe è al lavoro nella Repubblica del Mali per una nuova missione umanitaria di "Ridare la luce"

di Gabriella Meroni

Dal 22 novembre al 3 dicembre medici dell’AFMAL – Associazione con i Fatebenefratelli per i Malati Lontani – e dell’Aeronautica Militare saranno nella Repubblica del Mali per una nuova missione umanitaria di “Ridare la luce”, il progetto che si propone di combattere la cecità provocata da malattie non curate, la cataratta in maniera particolare, che nell’Africa sub-sahariana colpiscono circa due milioni di persone. L’obiettivo di questa missione è di effettuare oltre 350 interventi di cataratta e visitare un migliaio di persone, tra cui molti bambini, restituendo loro la vista, e con essa delle condizioni di vita migliori. In molti casi si tratta di patologie che in Italia vengono risolte con semplici interventi chirurgici, o addirittura di miopie mai diagnosticate, ma in queste zone dell’Africa, dove tali patologie sono favorite da carenza alimentare, acqua non potabile e particolari condizioni climatiche, la situazione è aggravata dal fatto che non ci sono oculisti e mancano le attrezzature necessarie. Nell’ambito del progetto, inoltre, si colloca l’iniziativa “Occhiali per il mondo”, promossa dal Consorzio Ottici Italiani “GreenVision”: in varie parti d’Italia si raccolgono occhiali da vista in disuso che, dopo essere stati revisionati e catalogati presso le scuole di ortottica, vengono spediti in Africa; qui, a seguito delle visite ambulatoriali, gli occhiali vengono dati alle persone che hanno bisogno di correzioni, che per la maggior parte sono bambini. Il gruppo italiano partirà dall’aeroporto militare di Pratica di Mare con un C-130J della 46^ Brigata Aerea la mattina del 22 novembre, grazie ad un volo coordinato dalla Sala Situazioni dello Stato Maggiore Aeronautica. A bordo, oltre dieci tonnellate di medicinali, materiale umanitario, microscopi ed attrezzature per l’allestimento di tre sale operatorie: due a Gao, presso il locale ospedale regionale, ed una ad Ansongo, circa 100 chilometri più a sud, sempre sulle rive del fiume Niger. Il personale della missione – 14 medici, 10 infermieri e 3 ortottisti che rimarranno nel Mali fino al 3 dicembre – proviene da vari ospedali Fatebenefratelli (Isola Tiberina e San Pietro di Roma, Istituto S. Giovanni di Dio di Genzano, Sacro Cuore di Gesù di Benevento, Madonna del Buon Consiglio di Napoli e Osp. Bucchieri La Ferla di Palermo) e dal Corpo Sanitario dell’Aeronautica Militare. Faranno parte della missione anche operatori dell’Ospedale Israelitico e dell’Istituto per ciechi “S. Alessio” di Roma. A coordinare le tre equipe di oculisti ci saranno, per i Fatebenefratelli, fra Benedetto Possemato, vice presidente dell’AFMAL, e fra Gerardo D’Auria, direttore dell’ospedale San Pietro di Roma, e per l’Aeronautica Militare, il generale ispettore capo Manlio Carboni, capo del corpo sanitario aeronautico e medico oculista, che avrà per l’occasione alle proprie dipendenze quattro ufficiali medici, un sottufficiale operatore sanitario specializzato ed un team della Forza Armata per la documentazione giornalistica e video-fotografica. Numerose le sponsorizzazioni grazie alle quali sarà possibile acquistare gran parte del materiale umanitario da distribuire alla popolazione locale, tra queste l’Alenia Aeronautica. La Barilla, inoltre, invierà un ingente quantitativo di derrate alimentari. Una collaborazione, quella tra l’AFMAL e l’Aeronautica Militare, avviata nel 2004 con la prima missione in Mali, proseguita poi in Benin nel giugno del 2005, di nuovo in Mali nel novembre del 2005 e l’ultima, in ordine di tempo, in Togo e Ghana, lo scorso giugno. Con quest’ultima, sono circa 1150 le operazioni di cataratta ed oltre 5500 le visite oculistiche complessivamente realizzate. Risultati concreti per un progetto che oltre a risolvere il problema sanitario, ha importanti risvolti anche sociali. In queste regioni africane, infatti, il cieco non può lavorare e ad esso viene affiancato un “bambino-guida” che fino alla maggiore età deve seguirlo, sacrificando in questo ruolo la propria infanzia e giovinezza. Grazie a questi interventi, quindi, non solo moltissimi uomini e donne possono tornare a vedere e quindi ad essere produttivi per i propri villaggi di appartenenza, ma anche molti bambini hanno l’opportunità di riacquistare la libertà di correre, giocare, andare a scuola.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA