Mondo

Ocse: L’Italia può fare di più nella cooperazione

L'organizzazione internazionale presenta oggi i dati relativi all'Italia. "Aumentati i fondi dopo anni di diminuzione, ma è necessaria una strategia generale più chiara e decisa"

di Redazione

Il trend negativo e i tagli degli ultimi anni sono alle spalle, ma l'Italia può e deve fare di più in termini di cooperazione internazionale. E' più che nitida l'indicazione che arriva al governo italiano dall'Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (che ha sede a Parigi e comprende 34 paesi membri), il cui presidente Erik Solheim presenta oggi a Roma, alla presenza della vicepresidente della Camera Marina Sereni e del viceministro degli Affari esteri Lapo Pistelli, il rapporto 2014 (scaricabile in allegato, in lingua inglese) sulla cooperazione allo sviluppo dell'Italia.

"Sono aumentati i contributi e gli obiettivi futuri, ma ora bisogna migliorare la modalità di gestione dei prgrammi", spiega il presidente dell'Ocse. Il rapporto infatti "evidenzia come l'azione italiana in termini di cooperazione potrebbe essere molto più efficace con una strategia globale più chiara, alla quale bisogna aggiungere una gestione rigorosa e un coordinamento più assiduo di quanto avvenga oggi tra i vari dipartimenti governativi", specifica, Solheim.

L'importo complessivo di aiuti allo sviluppo governativi nel 2012 era di 2,74 milioni di dollari (lo 0,14 per cento del Pil, Prodotto interno lordo), mentre nel 2008 erano poco meno del doppio, 4,86 milioni (o,22 per cento). "L'Italia non è riuscita a raggiungere l'obiettivo dell'Unione europea del 2010, che era fissato allo 0,51 per cento del Pil, ed è molto lontana dal raggiungimento del target per il 2015, lo 0,7 per cento", sentenzia il rapporto dell'Ocse, che rileva comunque una recente inversione di tendenza nell'azione governativa: "i provvedimenti legislativi relativi al 2013 e al 2014 del governo italiano hanno aumentato ripettivamente dello 0,22 e dello 0,1 per cento l'impegno economico: un buon segno per avere un impatto significativo sui paesi partner".

 

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