Welfare
Ocean Viking soccorre 247 migranti, altri 200 rispediti nell’inferno libico
Tra i naufraghi salvati ci sono 52 minori non accompagnati, 50 donne e un bambino di soli cinque mesi di vita. A bordo personale della Croce Rossa Internazionale. Oltre 200 invece i migranti riportati in Libia nelle ultime 48 ore
di Redazione
Nonostante le condizioni del mare sfavorevoli non si arrestano le partenze di imbarcazioni di migranti dalla Libia. Sullo scenario dei soccorsi nel Mediterraneo Centrale l’Ocean Viking della Ong Sos Mediterranee ha salvato 247 persone in cinque differenti operazioni di salvataggio. A bordo ci sono oltre 50 donne, 52 minori non accompagnati e un bambino di soli cinque mesi di vita.
A bordo della nave umanitaria partita da Trapani il 12 febbraio c’è personale medico della Croce Rossa Internazionale con cui da Agosto 2021 l’Ocean Viking ha già portato a termine il salvataggio di 804 persone.
Le cinque operazioni di soccorso sono avvenute in condizioni critiche: “Nel secondo dei soccorsi le persone erano tutte sovraffollate in un barcone ed erano intossicate da benzina”, raccontano dall’equipaggio mentre il team medico a bordo cura i naufraghi che presentano casi di ipotermia, ustioni da carburante e segni di tortura riconducibili al periodo di detenzione in Libia.
I 247 migranti a bordo sono di diverse nazionalità, in prevalenza Egitto, Bangladesh, Siria, Etiopia, Tunisia e Costa d’Avorio.
Proseguono anche gli sbarchi a Lampedusa dove come testimoniano gli operatori di Mediterranean Hope, il progetto sui migranti della Chiesa Valdese, un barchino di legno con a bordo 24 persone si è incagliato sugli scogli accanto alla baia della Guitgia. I lampedusani presenti sul posto hanno creato una catena umana per evitare una tragedia.
Se 247 persone sono oggi al sicuro a bordo della Ocean Viking, nelle ultime 48 ore oltre 200 migranti sono stati intercettati dalla guardia costiera libica e riportati in quello che il diritto internazionale definisce oggi porto non sicuro. Tra i naufraghi respinti ci sono anche siriani e soggetti vulnerabili come donne in stato di gravidanza e bambini.
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