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Ocean Viking in attesa di un porto sicuro, l’orrore delle carceri libiche tra i migranti sbarcati a Pozzallo

La nave della Ong Sos Mediterranee è ferma in mare da tre giorni tra Malta e Lampedusa, a bordo molte donne sole e 40 minori non accompagnati. Il team di Unhcr ha raccolto le testimonianze delle persone sbarcate a Pozzallo: torturati e venduti come schiavi da un trafficante all'altro

di Alessandro Puglia

Migranti venduti come schiavi e torturati con tubi e cavi elettrici, portati indietro dalla “guardia costiera libica” e costretti nuovamente a pagare per la traversata ai trafficanti di uomini. Sono alcuni dei racconti dell’orrore che emergono tra le storie dei 67 migranti sbarcati ieri a Pozzallo e tra le 104 persone ancora bordo della Ocean Viking, al terzo giorno bloccata tra Malta e Lampedusa in attesa che venga assegnato un porto sicuro di sbarco.

Lo sbarco di Pozzallo dalla Nave Diciotti della Guardia Costiera, dopo il soccorso effettuato dal rimorchiatore italiano Asso 29, ha portato alla luce ancora una volta i trattamenti inumani e degradanti nei campi di detenzione libici. Ad incontrare i sopravvissuti, la maggior parte somali, è stato il team di Unhcr.

«Un ragazzo somalo ci ha raccontato di essere fuggito dal suo paese quando aveva 15 anni. Per tre anni è rimasto in Libia in diversi carceri dei trafficanti dove è stato venduto e rivenduto più volte fino a pagare un totale di otto mila euro e ha subito svariate torture con dei cavi elettrici, tubi e bastoni. Torture ripetute fino a quando non avesse pagato quella somma frequentemente fin quando non pagasse questa somma», spiega Marco Rotunno, referente in Sicilia di Unhcr Italia.


Tra le testimonianze raccolte dagli operatori umanitari anche quella di una ragazza somala di 20 anni: «Anche lei è stata tanto tempo nelle carceri dei trafficanti dove non avendo soldi per pagare è stata ripetutamente violentata fino a rimanere incinta e dovendo abortire al settimo mese di gravidanza», aggiunge Rotunno.

Racconti non tanto differenti sono stati raccolti dai team di Sos Meditarranée e di Medici senza frontiere a bordo della Ocean Viking dove tra le 104 persone soccorse ci sono 40 minori non accompagnati.

In un video MSF Sea racconta la storia di Fleur. Una donna di 22 anni che dopo la morte dello zio e del cugino durante la traversata nel Mediterraneo è stata intercettata e riportata nei campi di detenzione libici, riuscendo solo oggi, al quarto tentativo, a mettersi in salvo.

«In Libia, gli esseri umani sono un mezzo di scambio. Sono stato venduto per 2000 dinari. È più facile morire che vivere in Libia», ha raccontato agli operatori di Sos Mediterranee, Samuel, della Costa D’Avorio a bordo della Ocean Viking

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