Si riconoscono nello slogna “por la Renta Básica” (reddito di base, per tutti), gli attivisti che venerdì scorso hanno preso d’assalto un ipermercato in Estremadura, nel sud-ovest della Spagna. Senza violenza, reclamano il diritto di soddisfare i bisogni primari, anche in assenza di lavoro, di coperture sociali, di denaro. Anche contro la violenza di un sistema sempre più diviso tra megaricchi che sfacciatamente piagnucolano (l’ultima è stata ieri Sabrina Ferilli che ha sfoderato il suo “buon senso” economico dichiarando: «I ricchi pagano troppe tasse») e megapoveri che non hanno più nemmeno lacrime per piangere.
Estremadura: 1.086.373 abitanti, il 2,74% della popolazione spagnola totale, bassa densità (un abitante ogni 25 abitanti per km² contro una media di 84 per km² nel complesso del Paese. Una disoccupazione da far paura, la crisi che morde e intacca il cosiddetto “capitale umano” (che brutta espressione!) nei suoi bisogni elementari.
L’ipermercato preso d’assalto appartiene alla catena Carrefour, è situato a Merida e sono stati toccati solo generi alimentari, in un’azione che per ora è ancora confinata nel simbolico (per vedere il video clicca → qui). (Ma le conseguenze possono essere gravi, come in Italia anche in Spagna la giustizia è estremamente rapida quando si tratta di “furti” negli ipermercati…). Prepariamoci, è solo l’inizio.
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