Lavoro

Occupazione femminile, qui servono change maker

I numeri italiani rimangono molto deludenti. Come invertire la tendenza? Quali le esperienze a cui guardare? Sono stati questi i focus di un incontro promosso da Fondazione Gi Group per presentare il progetto "Diciotto Più" portato avanti insieme al Cav Mangiagalli

di Stefano Arduini

I dati li ha ricordati Rossella Riccò, responsabile dell’Area studi e ricerche di Odm consulting (società di Gi Group Holding) in occasione di un evento di Fondazione Gi Group che lo scorso martedì ha fatto il punto sul progetto “Diciotto Più” a sostegno della natalità e delle genitorialità promosso insieme al Cav (Centro di aiuto alla vita) della Mangiagalli di Milano (“DiciottoPiù: we care, we empower. Percorsi di empowerment e iniziative a supporto della genitorialità”, il titolo completo dell’evento).

In Italia da una parte abbiamo i più bassi tassi di fecondità in Europa (1,24 figli per donna contro una media europea di 1,53) e dall’altra un serio sottoutilizzo del del capitale umano femminile: siamo all’ultimo posto in Europa con un tasso di occupazione femminile 15-64 anni del 51,1% contro una media dell’Europa a 27 del 64,9%. Non solo. Spicchiamo anche per avere il più alto tasso di inattività femminile del Continente (31% contro una media Ue del 18,2%), una grande diffusione del part-time involontario (51,7% contro 19,6%) e bassi livelli di salario. Ma cosa succede quando nasce un figlio? «Il tasso di occupazione femminile scende dell’8%, mentre quello maschile sale del 12%», spiega Riccò, sottolineando che questi numero rivelano un significativo ritardo culturale rispetto alla parità di genere nel mondo del lavoro (per approfondire qui i numeri del report “Donne, Lavoro e Sfide Demografiche”).  

«Occupazione femminile e natalità sono due grandi sfide del nostro tempo», ha detto il vicepresidente di Fondazione Gi Group Dionigi Gianola introducendo i lavori, a cui hanno partecipato anche il country manager di Gi Group Francesco Baroni, il direttore generale “Formazione e Lavoro” di regione Lombardia Paolo Mora, Soemia Sibillo, direttrice Centro Aiuto alla Vita Mangiagalli, Greta Bonsignore, director Corporate and internal communications, public affairs and csr di Carrefour, Paolo Cignoli, direttore Area risorse umane di Assolombarda e Sonia Malaspina, direttrice Relazioni istituzionali, comunicazione e sostenibilità Danone Italia e Grecia. La presidente di Fondazione Gi Group Chiara Violini ha chiuso i lavori. 

«Diciotto Più è un progetto che parte nel primo trimestre di gravidanza e dura fino all’anno di vita del figlio (o anche di più) rivolto alle mamme, ma anche ai papà con difficoltà sociali ed economiche ed è finalizzato all’autonomia. Per questo è fondamentale il rapporto con Gi Group e la sua Fondazione nella presa in carico basata sulla formazione e l’inserimento del genitore in un contesto lavorativo che consenta la piena inclusione perché per esempio consente di pagare l’affitto o accedere a un mutuo» ha illustrato Sibillo. 

L’evento è stata anche l’occasione per conoscere le strategie di alcune aziende che hanno preso di petto la questione della gender equality. 

Assolombarda per esempio è la prima associazione di rappresentanza della galassia confidustriale ad aver aperto un asilo nido aziendale. Cignoli: «Lo abbiamo aperto lo scorso settembre e presto potrà ospitare fino a 25 bambini, noi copriamo il 70% della retta mensile di 750 euro». Molto interessante l’esperienza di Danone Italia. Sonia Malaspina: «Insieme alle persone della nostra azienda abbiamo costruito un Manifesto della parità di genere che abbiamo proposto ai nostri 500 fornitori, 40 dei quali lo hanno già sottoscritto. Risultato? In Danone è cresciuto il tasso di fertilità parallelamente a quello di produttività». Infine Carrefour. Bonsignore: «L’acquisizione della qualifica di società benefit è stata una grande spinta nella ricerca di obiettivi sociali a fianco di quelli economici. Lo scorso anno abbiamo ottenuto la certificazione per la Parità di Genere che conferma l’importanza che la nostra azienda dà all’occupazione femminile». 

Chiara Violini, presidente di Fondazione Gi Group

Chiara Violini, riprendendo i dati sull’Italia, ha ribadito come «non siano più accettabili: occorre mobilitarsi affinché si cambi registro. Fondazione Gi Group si assume il compito di fornire strumenti di analisi e di sostenere pratiche che stimolino il cambiamento della cultura aziendale del nostro Paese». 

Foto: Pexels

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it