Volontariato

Occupata la sede centrale della Cri

Continua la protesta dei lavoratori contro i tagli previsti. Rocca (Cri): «serve dialogo»

di Redazione

Ha pernottato nella sede del Comitato Centrale CRI, in via Toscana 12 a Roma, la delegazione di lavoratori USB (Unione Sindacale di Base)che ieri era rimasta a confronto con il Commissario dell’Ente Rocca, dopo che le minacce di sgombero e di denunce penali giunte dalla Polizia avevano allontanato il cospicuo gruppo di dipendenti che si era trattenuto nei locali per poter partecipare alla trattativa sindacale sul proprio futuro.

«A fronte del nulla di fatto emerso dall’incontro con Rocca, al quale si chiedeva l’apertura di un tavolo interministeriale in tempi stretti per affrontare i gravi problemi in atto nell’Ente, con pesanti ricadute occupazionali – si legge nel comunicato della sigla sindacale – la delegazione ha deciso di rimanere al Comitato centrale, dove ancora adesso si trova». Che precisa: «La trattativa di ieri in Croce Rossa non è di fatto partita in quanto la Dirigenza non ha inteso iniziare la riunione se non si fossero allontanati i numerosi lavoratori che USB aveva incluso nella delegazione trattante, dopo averne dato ufficiale comunicazione. A fronte del permanere dei lavoratori, la Dirigenza ha abbandonato il tavolo, mantenendo un atteggiamento di chiusura anche nel successivo incontro con la delegazione ristretta».

Pronti i chiarimenti dell’Ente. «La violenza e la prepotenza non sono mai buoni viatici per il dialogo: quello che è accaduto oggi da parte di Usb (Unione sindacale di base) è un gravissimo vulnus al vivere civile» ha dichiarato il Commissario straordinario di Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. E ha aggiunto: «La Croce Rossa Italiana è profondamente consapevole dello stato di disagio in cui vivono da troppi anni centinaia di dipendenti precari a causa di disattenzioni del passato e in un quadro normativo ormai vecchio. La legge quadro 183/2010 già prevede il confronto sulla riforma della CRI tra i ministeri competenti e i sindacati, confronto che avverrà necessariamente prima dell’approvazione del decreto legislativo. Nel frattempo questa amministrazione è quotidianamente impegnata e continuerà ad essere impegnata nel dialogo sindacale con le forze responsabili e già dalla prossima settimana si riaprirà quel tavolo di confronto oggi impedito che ha come obiettivi, nella specificità delle situazioni territoriali, la tutela e la salvaguardia dei livelli occupazionali, la razionalizzazione dei servizi e l’equilibrio di bilancio. Tutto questo è uno sforzo enorme che vede impegnata questa amministrazione in un risanamento complesso e irto di difficoltà, con una riorganizzazione nel pieno rispetto dei lavoratori e della centralità dell’associazione di volontariato. Nessuno spazio verrà dato a chi usa violenza e sopraffazione come metodo di lavoro». 

Della stessa opinione anche un altro sindacato. «La delegazione dei lavoratori dell’Ares 118, guidata da alcuni dirigenti di Usb, che ha occupato ha commesso un errore grave – accusa Antonio Crispi, segretario nazionale Fp-Cgil – Alla riunione si doveva discutere della riorganizzazione del Cem (Centro di educazione motoria che assiste portatori di gravi handicap) e dei 14 lavoratori a tempo determinato oggi senza contratto. E conclude: «Siamo preoccupati per il Cem tanto quanto lo siamo per i lavoratori del 118 e per gli oltre 1600 precari della Cri su tutto il territorio nazionale, ma non crediamo che il sindacato debba alimentare una guerra tra lavoratori, ancor più se precari».


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