Cultura

Occhio ai falsi agroturismi e ai peccati dell’ecoturismo

Lo sportello del viaggiatore

di Alfredo Somozza

In Italia ci sono sempre più agroturismi. Come distinguere fra quelli autentici, rispettosi delle tradizioni rurali, e quelli che sono solo un?occasione di business? Mi piacerebbe utilizzarli per le mie vacanze ma non vorrei trovarmi in un luogo ?posticcio? ad arricchire qualche operatore furbo. Lei cosa chiederebbe ai gestori? Paola, Monfalcone (Trieste) Gli agroturismi sono ormai diventati parte del paesaggio turistico italiano. In alcune regioni si toccano alcune punte di servizi e lussi che neanche gli alberghi potrebbero ipotizzare. Ma il vero spirito alla base di questa sistemazione è il rapporto diretto tra il produttore agricolo e l?ospite. Non sempre i prodotti alimentari offerti, che per legge dovrebbero essere prodotti essenzialmente nella fattoria, rispondono a questi criteri. Da alcuni anni si sta espandendo la rete degli agrobioturismi, un po? alla riscoperta dell?essenza di questa modalità di ospitalità con in più la garanzia della qualità dei prodotti offerti. Penso che scegliere gli agroturismi biologici ci porta abbastanza a colpo sicuro a contatto con i migliori gestori per storia e convinzione, permettendoci di evitare gli albergatori camuffati. Insomma, un vero podere, una vera fattoria e non semplicemente una pensione rustica o una alberghetto collocato in aperta campagna. Ho letto che spesso gli indigeni vengono mandati via dalle loro terre a causa del turismo. Poiché amo viaggiare in territori dove è ancora forte la presenza di popolazioni autoctone, non vorrei contribuire in alcun modo a processi che le danneggino. Le chiedo: ma non ci sono delle leggi che tutelano le popolazioni locali? E noi turisti, cosa possiamo fare? Rolando, Poggibonsi (Si) Soprattutto in Asia (e particolarmente in Indonesia, Thailandia, Filippine), in nome di un falso ?ecoturismo?, sono stati denunciati incresciosi episodi di deportazione di popoli indigeni per far posto agli alberghi. Sono pochi i Paesi nei quali esiste, e viene applicata, una legislazione di tutela delle minoranze etniche. Il cosiddetto etnoturismo spesso avviene senza un preventivo coinvolgimento della popolazione autoctona, che viene trattata alla pari degli animali esotici da fotografare. Sono purtroppo davvero pochissime le esperienze di vero partenariato con popoli indigeni e quasi tutte in America Latina (Messico, Brasile, Ecuador). Come turisti, qualora ci venisse offerto il ?contatto? con un popolo indigeno, dobbiamo esigere spiegazioni sul coinvolgimento di queste popolazioni, i rischi che si corre (per loro) visitandoli, le autorizzazioni di cui si dispone per entrare in territorio indigeno. Davanti a certi tentennamenti o ad alcune risposte evasive è meglio desistere. Non sembri un paradosso ma può provocare più guasti un gruppo di 10 persone a contatto con un?etnia minoritaria della foresta amazzonica di qualche decina di migliaia di turisti sulle spiagge di Bahia.


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