Non profit
Occhio ai candidati social
Cantù, Cuneo e San Donato da lunedì potrebbero avere un sindaco che arriva dal terzo settore
di Redazione

Il dibattito sul successo a valanga dell’antipolitica non li entusiasma («Grillo? Non c’entra niente con noi»). Così come non fanno a gara ad eccellere nel nuovo sport nazionale, definirsi dei neofiti in politica, per riciclarsi sotto nuove e candide spoglie. Claudio Bizzozero da Cantù (CO), Andrea Checchi da San Donato Milanese e Federico Borgna da Cuneo sono tre belle sorprese uscite dalle urne del primo turno delle elezioni amministrative: tre candidati sindaci a capo di liste civiche o coalizioni trasversali che sono approdati al ballottaggio con ottime percentuali ma soprattutto con una caratteristica che li unisce. E che gli permette di fare la differenza: sono tutti e tre persone da sempre impegnate in realtà non profit del proprio territorio, e che considerano la politica non il demonio da ripudiare, ma una quasi naturale prosecuzione della loro “normale” attività di attenzione e intervento sui bisogni reali delle persone e delle comunità.
Una forza che gli ha permesso di fare davvero la differenza e andare a giocarsi il balottaggio. Sul numero 19 di Vita li abbiamo intervistati. Ecco cosa ci hanno detto.
Claudio Bizzozero – Cantù
«Non chiamateci “antipolitica”. Noi ne abbiamo una concezione alta, noi siamo l’altra politica». Claudio Bizzozero, 46 anni, candidato sindaco della lista “Lavori in corso” può ottenere un risultato storico: se vincesse al secondo turno, sarebbe il primo sindaco non leghista di Cantù dopo vent’anni. «È un lavoro incominciato dieci anni fa. Il nostro humus è quello dell’associazionismo locale. Come me molti altri esponenti della nostra lista vengono dal mondo del volontariato», dice Bizzozero, fondatore e a lungo direttore del Coordinamento comasco per la pace, oggi alla guida della Scuola sui Diritti umani negli istituti superiori della sua città. «Per lavoro invece faccio il consulente per le aziende». Il 20 maggio dovrà vedersela con il deputato leghista Nicola Molteni.
Perché non vi alleate né con la destra né con la sinistra?
Il nostro metodo di fare politica è diverso. Abbiamo avviato un processo capillare nei luoghi centrali della città, siamo andati nei bar, nelle osterie, nelle cooperative sociali a sentire le persone. Gli altri agiscono secondo processi calati dall’alto, noi vogliamo la democrazia diretta e la partecipazione attiva.
Insomma, come il Movimento 5 stelle?
No, loro si muovono come Pd, Pdl e Lega. Le decisioni lì vengono prese solo da uno, il movimento è di sua proprietà. Grillo il movimento lo ha fondato dal palco di Bologna, così come fece Veltroni dal Lingotto o Berlusconi dal predellino. Però i partiti tradizionali non piacciono neanche a voi… Ma non siamo anti partito. Anzi, per noi una lista civica non è altro che un partito a dimensione locale, nello spirito della Costituzione.
La Lega è arrivata al 17% in una città in cui aveva il 51. Come è accaduto?
Ormai non sono più in grado di rappresentare neanche quello che una volta era il loro elettorato: le piccole e piccolissime imprese che costituiscono il tessuto produttivo di questo territorio.
In che modo la sua esperienza nel non profit influenza la sua attività politica?
Radicandoci in quei valori che guidano il programma che ci ha permesso di arrivare fin qui. La solidarietà e la giustizia sociale, la sostenibilità economica, il rispetto per la legalità. Tutte questioni che la Lega in questi anni ha messo nell’angolo: elementi vitali della società che sono stati ridotti al lumicino.
Andrea Checchi – San Donato
«Da otto anni dirigo una cooperativa sociale, un’esperienza di cui ho fatto tesoro anche nel mio impegno politico». Andrea Checchi, 47 anni, è il candidato del centrosinistra in vantaggio a San Donato Milanese. Un posto in cui solo cinque anni fa il Pdl vinceva a mani basse al primo turno. Ora Checchi è in vantaggio di 15 punti con un’alleanza Pd, Idv e Sel. Per lui non si tratta della prima esperienza politica, è stato già consigliere comunale dal 1994 al 2002. «Negli ultimi anni invece sono stato impegnato anche nella promozione dei Gruppi di acquisto, come presidente di Equogas, una rete che mette insieme famiglie dei comuni di San Donato e San Giuliano», racconta il candidato orgogliosamente non profit. «Sono arrivato a questo mondo per scelta, prima facevo un altro mestiere, sono laureato in Geologia e per 15 anni ho lavorato come dirigente di un’impresa dell’edilizia».
Che c’entrano i Gas con la politica?
L’idea che c’è dietro è fortemente politica. Significa attenzione al territorio, promozione delle produzioni locali, solidarietà vera e concreta per realtà che producono con finalità sociali, ma soprattutto, e prima di tutto, la costituzione di una rete tra le famiglie. Ma è tutto il non profit che può arricchire la politica con l’idea di comunità.
I partiti per lei sono un peso o un sostegno?
Nel mio caso la candidatura è arrivata dopo le primarie del centrosinistra. Sono state un grande evento di partecipazione, l’affluenza è stata alta e a me è andato circa il 50% dei consensi. Se i partiti si aprono a questi processi partecipativi possono svolgere un ruolo positivo per la società. Noi, per esempio, abbiamo tenuto circa trenta incontri pubblici, li abbiamo chiamati “agorà”. Erano aperti a tutti e ogni volta c’erano dalle 80 alle 100 persone.
Anche da voi i Grillini hanno avuto un buon risultato, attorno al 10%. Pensa a un’alleanza?
Dubito, dato il loro rifiuto di qualsiasi apparentamento. A San Donato c’è il centro direzionale dell’Eni… Vediamo che spesso Eni sponsorizza importanti eventi artistici e culturali in grandi città, vorremmo che sostenesse più iniziative di questo tipo anche nella nostra.
Federico Borgna – Cuneo
Lo slogan scelto da Federico Borgna per le amministrative è “Cuneo guarda avanti”. Ora, dopo il risultato del primo turno, il candidato sindaco di una coalizione di liste civiche trasversali, da destra a sinistra Udc compresa, “guarda” al prossimo obiettivo: vincere il ballottaggio forte di un 36,17% di voti. Se la dovrà vedere con il candidato della coalizione “ufficiale” del centrosinistra, Pierluigi Garelli, che si è fermato al 30,57%. L’uomo che viene dalla società civile, il candidato che ha da vincere più di una scommessa, è piaciuto ai cuneesi: «Nessuno se l’aspettava», dice. Non si aspettavano che Borgna, presidente regionale dell’Uici – Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti e non vedente lui stesso, potesse candidarsi e riuscire ad arrivare al secondo turno. Il meno stupito è lui, 38 anni, consulente finanziario. Non è un neofita della politica: ha fatto l’assessore per il suo Comune di origine (Bernezzo, 3.600 abitanti in provincia di Cuneo), ma non è nemmeno un politico votato alla poltrona; per lui «fare attività politica e lavorare nell’associazione sono momenti correlati. Nella mia mente fare politica è capire i bisogni delle persone ed elaborare risposte».
Fino a ora l’impegno nell’Uici, che lo ha portato ad avere numerosi rapporti con gli enti pubblici, è stato preponderante, «diciamo che è il 50% del mio tempo», il resto lo dedica al lavoro e alla famiglia: una compagna – Federica – e un cane – Memole – «bastardissimo, un vero cane cocktail». Per conto dell’Uici Federico Borgna ha seguito, sviluppato e anche gestito con la Regione Piemonte il progetto “Easy Walk” per la mobilità dei non vedenti: «Il nostro macro obiettivo come associazione è l’integrazione delle persone con disabilità. È un lavoro anche culturale perché occorre iniziare a pensare che la disabilità è uno degli aspetti della persona e ognuno di noi va valutato nella sua complessità», sottolinea. E sono davvero tanti i fronti che lo vedono in prima fila nelle iniziative per l’integrazione: si va dalla riabilitazione visiva, aiutando la persona che perde la vista a recuperare autonomia anche con gli ausili tecnologici, all’integrazione scolastica (attraverso un facilitatore, più che un insegnante di sostegno) per arrivare all’ultimo progetto con la rete delle biblioteche regionali per «rendere accessibili i testi anche scolastici puntando sugli ebook che azzerano le differenze», precisa Borgna, che sottolinea: «Non bisogna dimenticare l’integrazione lavorativa.
Anche la mia candidatura è un messaggio: se un cieco può fare il sindaco di una città come Cuneo, non è detto che debba fare solo il centralinista». Una vita piena di impegni e di interessi, ed è anche un accanito lettore: «Amo i romanzi storici di Robert Harris, l’ultimo libro che ho letto è Fai bei sogni di Gramellini, e risale a prima del momento clou della campagna elettorale. E poi amo viaggiare, le città d’arte soprattutto». E forse da qui nasce anche un progetto sul turismo accessibile nato in seno all’Uici piemontese: «Rendere accessibili le mete turistiche è aprirsi a un mercato europeo di 20 milioni di possibili turisti», conclude con forza. Fiducia nel risultato finale? «Ci aspettano giorni di fuoco ma sono fiducioso» conclude Borgna, il candidato che “guarda avanti”.
In copertina la stretta di mano tra i due candidati al ballotaggio di Cantù Nicola Molteni e Claudio Bizzozero
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