Salute
Occhiali gratis, il progetto pilota vuole diventare nazionale
La povertà non dovrebbe portare a rinunciare a curarsi, ma a Milano un progetto pilota di visite oculistiche gratuite per persone in povertà ha mostrato che la metà aveva bisogno di un paio di occhiali e un quinto di ulteriori approfondimenti diagnostici. Cbm Italia così vorrebbe estendere l'iniziativa
Cristina ha 50 anni: «La visita oculistica è andata benissimo, sono contenta di averla fatta. Mi è stato detto che devo portare gli occhiali perché non riesco a leggere bene né da vicino né da lontano, ma è tutto a posto e non ho bisogno di altre visite per il momento». Fiorella è una ragazza di 15 anni, la maggiore di tre fratelli di una famiglia peruviana: «Siamo venuti insieme a fare la visita, la dottoressa è stata molto gentile. Mia madre e i miei fratelli Mathias e Marcela hanno bisogno di occhiali». Nicole invece ha 20 anni: «Il medico mi ha fatto una visita approfondita. Non ho bisogno degli occhiali ma dovrò fare una piccola operazione all’occhio destro; anche il mio compagno ha fatto la visita e per fortuna è tutto a posto».
Sono tre testimonianze raccolte sul campo, alla Casa della Carità di Milano, in questa calda estate 2023. Dal 12 al 24 giugno qui si è svolta l’iniziativa “Fuori dall’ombra”, organizzata da Cbm Italia onlus e dall’Associazione Pazienti Malattie Oculari insieme a Fondazione Casa della Carità, Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia e al Gruppo Zeiss.
«L’aumento della povertà in Italia in questi ultimi anni ci ha messo di fronte a un fenomeno preoccupante: sempre più persone non possono permettersi un paio di occhiali o, ancora peggio, per contenere le spese rinunciano alle cure oculistiche e ai servizi di prevenzione. Crediamo che tutti abbiano il diritto di accedere a cure oculistiche di qualità e di ricevere, se necessario, un paio di occhiali. Il diritto alla salute della vista è un diritto di tutti», dice Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia.
Medici oculisti volontari così hanno visitato 163 persone, coinvolte dalla Casa della Carità, in un ambulatorio oculistico allestito grazie ai macchinari e alla strumentazione messa a disposizione dal Gruppo Zeiss, mentre i pazienti che ne hanno avuto bisogno sono stati forniti occhiali gratuitamente grazie a un accordo con Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia.
Sempre più persone non possono permettersi un paio di occhiali o rinunciano alle cure oculistiche. Il diritto alla salute della vista è un diritto di tutti
— Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia Onlus
Partiamo dai dati di contesto: perché avete pensato a questa iniziativa?
I dati parlano chiarissimo, l’Istat dice che 1 residente su 10 in Italia vive in povertà assoluta, dati confermati anche dal recente rapporto Caritas (e per inciso è interessante che Caritas abbia presentato il suo report già a metà anno, accelerando i tempi di lettura e analisi della realtà). Nel mondo ci sono 2 miliardi di persone con problemi visivi, anche una semplice miopia, ma 1 su 2 non ha accesso a cure mediche oculistiche. Ecco, mettendo insieme questi due dati, abbiamo cercato di offrire cure oculistiche di qualità – perché non era solo uno screening visivo ma una vera visita oculistica, accurata, fatta da medici – alle fasce più povere della popolazione italiana. Dal 2020 la nostra attività infatti riguarda anche l’Italia e anche qui il nostro obiettivo è sempre quello di spezzare quel ciclo tra disabilità e povertà che sappiamo esistere nel sud del mondo: in Italia non è ancora misurato ma sappiamo che c’è. È un’iniziativa che si inserisce nella campagna “Fuori dall’ombra”, che abbiamo lanciato a ottobre 2022: tante persone non sono non vedono ma non sono viste, non conoscono i loro diritti.
Concretamente, come è stata realizzata questa campagna di visite gratuite?
Con lo stile che dal 1908 ci accompagna, ossia operare attraverso partner. È un’iniziativa realizzata insieme all’Associazione Pazienti Malattie Oculari, che ha messo a disposizione medici oculisti, ortottisti, specializzandi. Casa della Carità ha messo a disposizione gli spazi e ha intercettato i pazienti, in parte tra i residenti e in parte tra coloro che afferiscono alla Casa. Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia che ha messo a disposizione occhiali per chi ne aveva bisogno e il Gruppo Zeiss ha fornito i macchinari e la strumentazione, oltre a un tecnico specializzato per tutte le due settimane.
Quali sono i risultati?
Abbiamo visitato 163 persone, circa il 60% donne. Il 49% aveva bisogno di una prescrizione di occhiali e li abbiamo forniti. Per il 7% è emersa l’indicazione di un intervento chirurgico, che per l’82% dei casi è per cataratta. Il 21% ha bisogno di ulteriori approfondimenti diagnostici.
Una persona su due aveva bisogno di un paio di occhiali. Pensiamo di ripetere l’iniziativa su scala nazionale, sarà oneroso ma è un grande servizio
— Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia Onlus
Il bilancio?
Abbiamo dato un servizio importante, di chiaro impatto. L’intenzione è quello di ripeterlo su Milano, con altri partner per intercettare altre persone e poi di allargarlo, replicandolo. Ci piacerebbe lanciarlo su scala nazionale, è un impegno gravoso ma si tratta senza dubbio di un grande servizio che si inserisce in questo nostro modo di operare per essere vicini alle persone più fragili, spezzando il circolo tra povertà e disabilità. Ci stiamo già lavorando.
In foto, pazienti in attesa nell’ambulatorio oculistico allestito in Casa della Carità per il progetto. Foto da ufficio stampa Cbm Italia Onlus
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