L'iter attuativo della legge

Oblio oncologico: c’è il primo decreto

La sua emanazione è un passo necessario alla piena attuazione della norma. Sono così definiti tempi più brevi di quelli generali di 10 e 5 anni dalla fine dei trattamenti per maturare il diritto all'oblio. Gli altri passaggi necessari entro luglio e la soddisfazione della Federazione delle associazioni per i malati oncologici Favo

di Nicla Panciera

Foto del National Cancer Institute su Unsplash

Procede il percorso di attuazione concreta della legge per l’oblio oncologico: è stato pubblicato  in Gazzetta Ufficiale il suo primo decreto attuativo che definisce l’elenco delle patologie oncologiche per le quali è previsto un termine ridotto per maturare il diritto all’oblio rispetto al limite dei 10 anni o dei 5 anni, se la diagnosi è precedente al compimento del ventunesimo anno di età, sempre dalla fine del trattamento o dall’ultimo intervento chirurgico. Le tabelle sono state elaborate con gli epidemiologi e basate sui dati Airtum dei registri tumori italiani, in base alle evidenze che per alcuni tipi di cancro l’eccesso di rischio di morte diventa trascurabile a partire da alcuni anni dalla fine dei trattamenti e la persona può considerarsi guarita avendo raggiungendo un’aspettativa di vita simile a quella della popolazione generale, senza una storia di cancro.

«Scienza e diritto marciano uniti nel decretare che di cancro si guarisce, anche a pochi anni dalla diagnosi. A quasi quattro mesi dalla legge sull’oblio oncologico, il Ministero della Salute ha emanato il decreto che stabilisce, per alcune patologie oncologiche, tempi di guarigione più brevi di quelli previsti dalla norma generale della legge. Tra queste: il tumore al colon retto al primo stadio, quello alla mammella al primo e al secondo stadio, quello del testicolo ed alcuni tumori della tiroide sono considerati guariti a un anno dalla fine del trattamento o dall’ultimo intervento chirurgico» ha dichiarato Elisabetta Iannelli, segretario generale della Federazione delle associazioni per i malati oncologici (Favo) e vicepresidente dell’Associazione italiana malati di cancro Aimac. Nel corpo dell’utero invece il termine è di 5 anni e, per le persone di età superiore a 21 anni, di 6 anni per il melanoma e di 7 anni per il cancro del colon-retto di Stadio II-III.

«È questa la risposta che centinaia di migliaia di persone stavano aspettando, un ulteriore passo verso il superamento dell’anacronistico quanto inaccettabile stigma che affligge chi ha avuto una diagnosi oncologica, che ancora incute tanto terrore» ha commentato Iannelli. «L’emanazione di questo primo decreto è un importante segnale da parte del Ministero nel dare piena attuazione alla legge e Favo con la rete delle Associazioni di pazienti, insieme ad Aiom, dopo aver promosso e lavorato intensamente per l’emanazione della legge sul diritto all’oblio oncologico, continueranno a monitorarne l’attuazione in tutte le sue declinazioni. A breve è attesa l’emanazione del decreto del Ministero della Salute che regola il certificato di guarigione».

Infatti, per completare l’iter attuativo della legge saranno necessari altri passaggi, di cui vi abbiamo parlato qui nell’intervista a Elisabetta Iannelli, i cui termini scadono a inizio luglio.

Foto del National Cancer Institute su Unsplash

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