Un altro anno si chiude senza la legge sull?obiezione di coscienza. E le organizzazioni che raccolgono le istanze degli obiettori (oltre 40 mila giovani in servizio) sono stanche delle solite promesse e dei vuoti attestati di stima. La storia di questa legge, che trasformerebbe l?obiezione di coscienza in un diritto da esercitarsi liberamente, senza l?approvazione di una commissione, affonda le sue radici nel 1992, quando l?allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga la rinviò alle Camere perché fosse approvata definitivamente. Ma da cinque anni a questa parte la situazione si mantiente in stallo. Lo scorso mese di luglio le colonne di «Vita» avevano ospitato l?appello dell?Associazione obiettori nonviolenti perché la Camera desse il suo sì definitivo alla legge, peraltro già approvata dal Senato. Nell?appello si richiedeva l?approvazione entro il mese di luglio, ricorrendo anche al voto di fiducia, ben sapendo che in autunno, con l?incombere della legge Finanziaria, non ci sarebbe stato più tempo, come infatti è puntualmente avvenuto. Ora, in occasione della giornata nazionale dell?obiezione di coscienza, che si celebrerà il 15 dicembre, la Lega obiettori di coscienza (Loc) e l?Associazione obiettori nonviolenti (Aon) tornano a chiedere l?approvazione della legge. «Sono passati 25 anni dall?entrata in vigore della norma che legalizzò il servizio civile», ricordano gli obiettori. «Quanto dovremo aspettare per una vera riforma?». Per appoggiare le richieste di Loc e Aon, inviare un fax al numero 06/67603603.
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