Volontariato

Obiettivo? Obiettare

La storia dell’obiezione di coscienza. Nel 94 avevano meno figli e il sogno di una legge sul servizio civile. Intervista a Massimo Paolicelli e Cristina Nespoli.

di Stefano Arduini

Massimo Paolicelli, 38 anni, presidente dell?associazione obiettori non violenti (Aon) e Cristina Nespoli, 42 anni, presidente della Conferenza nazionale degli enti di servizio civile (Cnesc): in questi dieci anni hanno vissuto sulla loro pelle la rivoluzione che culminerà nel 2005 con il de profundis dell?obiezione di coscienza sostituita dal neonato servizio civile nazionale. È arrivato quindi il momento di voltare pagina. Senza però cancellare un?esperienza che ha regalato a Massimo e Cristina passione, lavoro e perfino famiglia. Vita: Partiamo da qui, dal 1994 al 2004. Com?è cambiata la vostra vita personale in questi anni? Massimo Paolicelli: L?anno scorso, il 6 gennaio, è nato Damiano, il mio primo figlio, logica conseguenza del matrimonio con Dora. Ci siamo conosciuti in Caritas. Io facevo il servizio civile e mi occupavo dei senza fissa dimora alla stazione Termini di Roma. Lei era una volontaria. Grazie a mia moglie, poi, proprio nel 94 sono entrato nel gruppo Amico: assistiamo i disabili, ma più che volontari siamo una comitiva che passa insieme serate e vacanze. Cristina Nespoli: Nel 1994 io e mio marito Stefano (anche noi ci siamo conosciuti grazie al servizio civile, lui era obiettore nella cooperativa sociale di cui ero presidente) avevamo due figli. Oggi ne abbiamo cinque: una l?ho fatta, una l?ho adottata e l?ultima l?ho presa in affido. In questi dieci anni, poi, abbiamo cambiato casa. Ci siamo trasferiti, sempre qui a Torino, da una comunità di accoglienza a un?altra. È stato un passo importante. Vita: Dal punto di vista professionale? Paolicelli: Continuo a lavorare con i gruppi parlamentari alla Camera dei deputati. Nespoli: Oggi lavoro di più, ma guadagno sempre lo stesso. Oltre che presidente della Cnesc, sono responsabile dell?area risorse umane e comunicazione della cooperativa sociale Ics, e dal 2000 sono responsabile nazionale di Confcooperative-Federsolidarietà per il servizio civile. Vita: Si chiude l?era dell?obiezione di coscienza. Un pensionamento per alcuni troppo affrettato che ha scontentato i pionieri dell?obiezione di coscienza. Come avete vissuto il passaggio? Paolicelli: Secondo me non è un funerale. Sbaglia chi vuole mettere una pietra sopra certi valori. Che, del resto, continueranno a fiorire anche in futuro. Penso, per esempio, ai comportamenti di pace che hanno animato il popolo della bandiera arcobaleno durante l?ultimo conflitto iracheno. Grazie a quel vessillo l?obiezione di coscienza sopravviverà alla sua morte. Dire no alla violenza, no all?ingiustizia, no al profitto prima di ogni altra cosa, no al consumismo significa fare obiezione. Nespoli: Nel 1994 nemmeno riuscivamo a immaginare un servizio civile nazionale. Ci siamo arrivati con tanta fatica e pagando un prezzo: l?Italia senza gli obiettori sarà meno splendida. Questi ragazzi sono stati troppo vituperati, e invece portavano tanta allegria e poi erano giovani normali; adesso le volontarie sono tutte così per benino, tutte motivate… Vita: Gioco della torre: i buoni e i cattivi di questi dieci anni. Paolicelli: Sicuramente butto giù D?Alema. Il suo governo ha gestito malissimo il passaggio al servizio civile nazionale, con l?unico fine di accreditarsi presso le forze armate. Il centrosinistra ha così creato una forza di difesa di serie A e una di C2. Da una parte si è detto: abbiamo bisogno di 190mila militari, costi quel che costi. Per il servizio civile, invece, ci sono sempre solo 119 milioni di euro a prescindere dalle necessità. E così, nel 2004, malgrado i proclami del ministro Giovanardi, molti giovani non riusciranno a partire. Salvo invece due grandi maestri: don Luigi Di Liegro e padre Alex Zanotelli. Il primo è stato la mia guida nel fare politica e volontariato. Il secondo invece è l?incarnazione più genuina dei valori del movimento pacifista. Nespoli: L?episodio più triste di questi anni è stato il malore che ha colpito il ministro Andreatta. Grazie a lui nel 1998 fu emanata la legge sul servizio civile. Ha dato prova di una disponibilità e una competenza inedite in quegli anni. Poi salvo anche Bertolaso, capo della protezione civile, un funzionario dello Stato sui generis, e l?attuale ministro Giovanardi, un ex carabiniere che mi ha stupito per la passione con cui sta trattando questa transizione. Butto dalla torre, invece, l?ex ministro Scognamiglio: quando si parla di ?inutili gabelle?, riferendosi alla leva obbligatoria, non si rende giustizia ai doveri di solidarietà indicati nella Costituzione. Vita: Un obiettivo da centrare nei prossimi dieci anni. Paolicelli: Dare una sorellina a Damiano. Nespoli: Io con i figli mi fermo qui. Magari dei nipoti. Mi piacerebbe però occuparmi ancora degli obiettori, per esempio stando accanto a quei militari che si rifiuteranno di compiere un ordine che andasse contro i loro principi. Se sarà possibile farlo? Se non lo sarà farò in modo che lo sia. Contateci.


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