Salute

Obiettivo 2015 eliminare morbillo e rosolia

Un'italiana, Susanna Esposito, presidente della Commissione internazionale formata dall'Oms

di Redazione

Eliminare il morbillo endemico e la rosolia entro il 2015. Questo l’obiettivo che si pone il Regional Strategic Plan for elimitanating measles and rubella, ossia “Il Piano Nazionale di Eliminazione del Morbillo Endemico e della Rosolia congenita (PNEMRc)” progetto a cui hanno aderito 53 Paesi dell’Unione Europea e altri Stati del mondo. Sulla sua attuazione si è appena concluso a Copenhagen il primo meeting della Commissione internazionale appositamente formata dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità). A presiedere la Commissione internazionale un’italiana, la professoressa Susanna Esposito, direttore della UOC Pediatria 1 Clinica presso la Fondazione Irccs Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano

Tutti i Paesi della regione Europea dell’Oms si sono impegnati a operare per eliminare il morbillo endemico e ridurre, a valori inferiori a 1/100.000 nati vivi, l’incidenza della rosolia e della sindrome da rosolia congenita entro il 2015.

Entrambe le patologie, infatti, possono comportare seri rischi: il morbillo è una malattia altamente contagiosa che può provocare gravi complicanze e in taluni casi può portare alla morte; la rosolia, se contratta da una donna durante il primo trimestre di gestazione, può causare la sindrome da rosolia congenita, causando gravi danni permanenti al nascituro.

«Raggiungere questi traguardi è possibile», afferma la professoressa Esposito. «Nel PNEMRc l’obiettivo è quello di raggiungere un livello nazionale di coperture vaccinali pari o maggiore al 95% e questo impegno è stato preso da tutti i Paesi aderenti al programma internazionale. Il miglioramento della sorveglianza del morbillo e l’introduzione della sorveglianza della rosolia congenita, il miglioramento delle coperture vaccinali per la prima dose di vaccino morbillo-parotite-rosolia (Mpr) e l’introduzione della seconda dose di vaccino, la valutazione dello stato immunitario e la vaccinazione delle donne in età fertile sono alcune delle strategie che verranno messe in atto. Inoltre, sarà importante che la copertura delle vaccinazioni arrivi anche ai soggetti di età adulta suscettibili (non vaccinati e che non hanno contratto le malattie), ai gruppi etnici minoritari, ai nomadi, alle popolazioni isolate o alle persone che per motivi religiosi o di filosofia di vita rifiutano le vaccinazioni».

Nel corso dell’incontro sono stati illustrati anche i criteri essenziali che saranno presi in considerazione per ritenere eradicati il morbillo endemico e la rosolia congenita, in tutti gli stati aderenti al piano, a partire dalla completa scomparsa di casi delle due malattie per un periodo di almeno 36 mesi dall’ultimo caso conosciuto; dovrà inoltre essere dimostrato che almeno il 95% di tutti i soggetti di età inferiore ai 40 anni sia stato vaccinato con due dosi di vaccino.

In Italia, nella seconda metà del 2011, sono state segnalate varie epidemie di morbillo, mentre complessivamente dal 1 ottobre 2010 al 30 aprile 2011 al Cnesps (Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute, Iss) sono stati registrati 1.994 casi in 17 tra Regioni e Province autonome. Le Regioni in cui è stato registrato il maggior numero di casi (80% circa) sono Lombardia, Veneto, Piemonte e le province di Trento e di Bolzano. Nel 94% dei casi (1.872 persone delle 1.994 che si sono ammalate in queste aree) l’età media dei soggetti colpiti era compresa fra i 15 e i 44 anni, con un’età mediana di 17 anni; in 500 casi si sono verificate complicanze e tra queste sono state diagnosticate 43 polmoniti, il 17% delle quali ha richiesto il ricovero ospedaliero per le adeguate terapie.

Sempre nel 2011, si è registrata un’elevata incidenza di segnalazioni di focolai di infezioni anche in paesi quali Francia, Spagna e Belgio. In particolare, nella sola Francia sono stati segnalati 9.000 casi, 13 dei quali sono stati seguiti da complicanze neurologiche e da 2 decessi. Questi dati confermano la potenziale gravità del morbillo e l’importanza della vaccinazione.

«Le nuove epidemie – ha sottolineato la professoressa Esposito – sono le specchio dei vuoti lasciati da programmi vaccinali che non hanno raggiunto l’obiettivo; far capire l’importanza di eliminare il morbillo e la rosolia congenita deve essere l’impegno di tutti gli operatori sanitari».

Il morbillo e la rosolia sono malattie virali che, nella maggior parte dei casi, vengono contratte in età pediatrica o comunque entro il 15° anno di età; si diffondono principalmente per via aerea, attraverso tosse, starnuti o, più semplicemente, in seguito ad una conversazione troppo ravvicinata.

Il morbillo tra le malattie più contagiose che si conoscano, può causare anche complicanze gravi quali polmoniti ed encefaliti; la mortalità dovuta all’encefalite morbillosa si attesta attorno al 15% e si stima che il 20-40% delle persone sopravvissute a una encefalite morbillosa subisca danni permanenti a livello neurologico.

In genere, la rosolia è una malattia infettiva poco pericolosa, ma può diventarlo se contratta da una donna durante il primo trimestre di gravidanza, nel qual caso si parla di sindrome da rosolia congenita. Questa, nell’85% dei casi, comporta malformazioni congenite nei bambini tra cui problemi alla vista, problemi cardiaci e sordità. Danni all’udito possono verificarsi anche se la malattia si è conclamata dopo la 20ª settimana e spesso vengono diagnosticati addirittura dopo i due anni di età.

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