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Obama mette le mani nelle tasche del non profit

Il presidente degli Stati Uniti ha presentato il piano di riduzione del deficit per il 2015, che contiene un deciso taglio ai vantaggi fiscali sulle donazioni, che passerebbero dal 50 al 28% per i redditi più alti. Il terzo settore si mobilita

di Gabriella Meroni

L’aveva promesso, e sta per farlo: il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha presentato il proprio piano legislativo per ridurre le agevolazioni fiscali sulle donazioni dei ceti più abbienti. Il budget proposal del presidente riferito all’anno 2015 (e che entra in vigore dal prossimo 1 ottobre), contiene infatti un tetto massimo alle deduzioni fissato al 28% (oggi arriva fino al 50%), che secondo il testo colpirà le donazioni effettuate da chi ha un reddito superiore ai 186 mila dollari annui come singolo contribuente o superiore ai 226 mila dollari se la dichiarazione è congiunta.

Immediata la reazione del non profit Americano che già nei mesi scorsi veva tentato di opporsi alla manovra, presentata come  un tentativo di ridurre il deficit statale; tuttavia in passato erano semplicemente circolate voci sulle intenzioni di Obama, che adesso invece ha messo il tutto nero su bianco. “Finalmente le carte sono in tavola”, ha commentato il direttore del Council of Foundations Vikki Spruill.

Comincia dunque la battaglia, visto che il terzo settore Americano si regge quasi esclusivamente sulle donazioni private, incentivate fino a oggi (soprattutto per i ricchi) da un robusto sistema di vantaggi fiscali: le deduzioni per chi dona alle charities arrivano al 50% del reddito lordo per le erogazioni in denaro e al 30% del reddito lordo per le donazioni di beni diversi dal denaro.

 

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