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Obama, meno nucleare allo Start

Domani storico accordo con la Russia per la riduzione degli armamenti

di Franco Bomprezzi

Obama continua a imprimere il suo stile e a perseguire gli obiettivi dichiarati prima di essere eletto: la riduzione degli armamenti nucleari domani vivrà una nuova importante tappa, con la firma dell’accordo Start, a Praga, fra Usa e Russia. Nello stesso tempo il presidente americano mantiene forte la pressione sull’Iran. Ecco come i giornali oggi raccontano e commentano questa nuova fase di una strategia a lunghissimo termine.

“Così Obama ridimensiona la minaccia nucleare” è il titolo del commento di Guido Olimpio sulla prima pagina del CORRIERE DELLA SERA di oggi. Scrive Olimpio: «Con la nuova dottrina nucleare Barack Obama si conferma un solido pragmatico. E sceglie la via mediana…Se da un lato gli Usa si impegnano a non usare armi atomiche contro Stati non nucleari dall’altro non vogliono avere le mani legate con i Paesi a rischio, come l’Iran e la Corea del Nord». I servizi interni sono alle pagine 16 e 17. “Obama: «Armi nucleari solo per autodifesa»” è il titolo di pag. 16, e mentre il Pentagono avverte Iran e Nord Corea: «Con loro tutte le opzioni aperte»”, il presidente ribadisce: «Conserverò tutti gli strumenti necessari perché il popolo americano sia al sicuro. Le nostre armi convenzionali non hanno eguali». Il CORRIERE affida il commento all’ex ambasciatore in Urss Jack Matlock (“«Un mondo senza atomiche? Era anche il sogno di Reagan»”): «Nel 1984 Reagan caldeggiò l’opzione zero sulle armi nucleari: fu considerata propaganda, ma era una cosa seria…Credo che Obama abbia concluso che la minaccia è ancora utile per promuovere il disarmo e la non proliferazione nucleari, i suoi obiettivi di fondo». Al servizio su Obama il quotidiano milanese affianca due focus sull’Iraq. Nel primo, “Quaranta morti a Bagdad. Nel mirino la comunità sciita” si torna a parlare di possibile guerra civile, mentre nel secondo si dà conto di un video choc del 2007 in cui militari americani scambiando un teleobiettivo di un fotografo della Reuters per una mitragliatrice pesante aprirono il fuoco facendo una strage. Salvo dichiarare subito dopo che si era trattato di una normale azione contro gruppi armati che stavano sparando contro le loro pattuglie.   

LA REPUBBLICA apre sulla politica interna (“Riforme: intesa Berlusconi – Bossi ma il Pdl: non comanda la Lega”) e riserva la foto notizia di spalla alla svolta americana: “Obama: ecco come sarà il mio disarmo nucleare”. Nelle pagine interne, 8 e 9, una intervista del New York Times al presidente sul Nuclear Posture Review, la nuova strategia nucleare americana: «Nel mio discorso di Praga», afferma Barack, «avevo prospettato la visione di un mondo senza armi nucleari, ma avevo anche aggiunto che un simile obiettivo poco verosimilmente sarebbe stato raggiunto nell’arco della mia vita… il Npr rientra in una strategia complessiva più ampia, che intende inviare un messaggio molto forte: vogliamo un Trattato di non proliferazione nucleare molto rigoroso, del quale tutti i Paesi abbiano interesse a far parte». Agli iraniani «stiamo inviando il messaggio che questo loro comportamento è inaccettabile… continueremo a isolare gli iraniani e qualsiasi altro paese che sia intenzionato ad agire con modalità estranee al criterio» di usare il nucleare a fini civili pacifici. Stiamo cercando, aggiunge Obama, di ottenere una risoluzione dell’Onu sull’Iran. Quanto al vertice di domani con la Russia l’obiettivo è far ripartire il dialogo: «in futuro cercheremo altre opportunità per alleggerire ulteriormente la nostra posizione nucleare, lavorando in tandem con la Russia, ma anche con la Nato». In un pezzo d’appoggio Federico Rampini sottolinea che «un anno dopo aver promesso un “mondo liberato dalle armi atomiche” Obama fa un gesto concreto in quella direzione. Secondo la nuova dottrina del presidente l’America non  userà le armi atomiche nei confronti di quelle nazioni che non abbiamo questo tipo di armi. Neppure se dovessero attaccare gli Usa con armi chimiche o batteriologiche: «imponendosi da sola delle restrizioni precise l’America punta a esercitare la “leadership attraverso l’esempio”, un principio ispiratore di questa presidenza». Nel frattempo però Obama rilancia l’offensiva diplomatica a  tutto campo: verso Cina, Corea del Nord e Iran. Dal canto suo la Russia fa sapere che si riserva il diritto di ritirarsi dal nuovo Start (il trattato che sarà firmato domani dai due leader) se lo scudo antimissile che gli Usa intendono costruire in Europa orientale minaccerà di sconvolgere l’attuale equilibrio. Lo ribadisce il ministro degli esteri Lavrov. Anche l’inserto R2 è dedicato a “I missili in giardino”: due lunghi pezzi di Vittorio Zucconi e di Sandro Viola ricostruiscono la logica, la seduzione e la storia del nucleare lungo il filo rosso del rapporto fra stati. “Ma un trattato non cancella tutti i problemi” è il titolo d’avvertimento di Viola: è vero che l’accordo di domani non ha obiettivi ambiziosissimi, sottolinea, ma altrettanto è vero che prevede un accordo fra pari e che questo dal punto di vista politico per Putin è molto importante. Resta da capire se adotterà comportamenti meno stridenti e sussultanti nelle relazioni internazionali.

“Obama firma, finisce la guerra fredda” è il titolo su IL GIORNALE dell’intervento di Antonio Zichichi,  già presidente del Comitato scientifico della Nato per il disarmo nucleare che sottolinea quanto la decisione americana sia «il sogno degli scienziati che scrissero il Manifesto di Erice». Zichichi annuncia: «La novità del messaggio di Obama sta  nella clausola  che dimostra in termini concreti la vera fine della guerra fredda: i rapporti fra gli Stati Uniti e la Russia sono finalmente improntati  a un senso di reciproca fiducia. La guerra fredda è veramente finita». E poi spiega «Il discorso di Obama apre una nuova era quella in cui le armi  vengono distrutte senza combattere, anzi per dare  al mondo una pace duratura e per evitare che immense risorse continuano a essere bruciate nella corsa agli armamenti invece che per aiutare l’umanità tutta a vivere al passo con il progresso  scientifico e tecnologico che ha portato le Nazioni del G8 a una speranza di vita che si avvicina ai 100 anni».

Fotonotizia in prima e articolo a pagina 11. E’ questo lo spazio che il SOLE 24 ORE dedica alla svolta di Obama: sì all’atomica, ma solo per autodifesa. Domani, infatti, il presidente degli Stati Uniti firmerà a Praga, insieme con il primo ministro russo, Dmitri Medvedev, un trattato per ridurre l’utilizzo delle armi nucleari. Posizioni diverse nel fronte pro disarmo: il World security institute boccia il nuovo corso della Casa Bianca che limita l’utilizzo del nucleare verso paesi non in regola con il Trattato di non proliferazione e per autodifesa contro attacchi di pari entità verso gli Usa. Il Ploughshares Fund, dal canto suo, plaude alla decisione, sottolineando come l’uso dell’atomo potrebbe essere rivolto a un numero limitato di paesi: Siria, Iran e Corea del Nord. D’altra parte la politica dei piccoli passi sembra quella preferita da Obama, per non sfidare apertamente l’opposizione repubblicana e infastidire il fronte democratico interno, in attesa della ratifica del trattato al Congresso.

Un richiamo nella parte bassa della prima pagina «Obama annuncia la “nuova” strategia nucleare statunitense: “Non useremo più l’atomica tranne che per l’Iran e la Corea del Nord”» e un articolo a pie’ di pagina 9 è quanto dedica IL MANIFESTO al tema. Nell’analisi di Tommaso Di Francesco e Manlio Dinucci intitolata «Obama: “Mai più l’atomica, tranne che per l’Iran e la Corea del Nord”» si legge: «Alla vigilia della pubblicazione del Nuclear Posture Review (…) Barack Obama ha annunciato, in un’intervista al New York Times le linee portanti della nuova strategia. In che cosa consiste? “Se sei uno stato senza armi nucleari e ti attieni al Trattato di non – proliferazione, hai la nostra assicurazione che non useremo contro di te armi nucleari” (…)» e prosegue «Mentre la strategia del presidente Bush prevedeva l’uso delle armi nucleari contro una vasta gamma di pericoli, la strategia del presidente Obama – scrive il New York Times – ne “limita” l’uso. Una limitazione molto relativa. (…) Paradossalmente, nell’intervista, Obama afferma che “Usa e Israele sono molto preoccupati delle azioni dell’Iran”, ignorando che mentre l’Iran ha aderito al Tnp ed è soggetto alle ispezioni dell’Aiea – Onu, Israele non ha mai aderito al Tnp e possiede un potente arsenale nucleare, non soggetto ad alcuna ispezione internazionale (…)». E ancora: «Mentre da un lato annuncia la riduzione delle armi nucleari, dall’altro Obama dichiara che “manteniamo un robusto deterrente” e “investiamo in una migliorata infrastruttura per mantenere la sicurezza e affidabilità delle nostre armi nucleari”». Infine, viene osservato che «Sullo scudo antimissile che gli Stati uniti vogliono schierare in Europa, rischiando di far fallire il nuovo Start, Obama tace (…)».
 
“Frenata atomica”, titola AVVENIRE. Accanto, l’editoriale di Andrea Lavazza chiarisce l’obiettivo della «mossa» della Casa Bianca: «esorcizzare il fantasma delle escalation». La nuova dottrina Obama «non è certo la rinuncia degli Stati Uniti a disporre di un deterrente efficace né all’idea di una supremazia almeno potenziale a livello militare», e nemmeno «una strategia pacifista, da novello premio Nobel». Piuttosto è puntare all’idea di “un cordone sanitario condiviso attorno a chi resta riluttante”. E tuttavia «si scorge un paradosso nella nuova dottrina americana, capace di metterla a rischio»: se non si dispone di un mezzo di pressione, sarà difficile convincere tutti i paesi, «l’America deve far sapere ai riottosi di avere ancora un bastone da usare alla bisogna». La prima prova sul campo sarà ovviamente l’Iran, nei cui confronti la linea di sanzioni più severe non è affatto condivisa, a cominciare dalla Cina. 

 “Armi atomiche solo in extremis”: LA STAMPA affida al corrispondente da New York un primo piano a pagina 10 sulla nuova dottrina Usa sulle armi atomiche. Con la “Nuclear Posture Review” la Casa Bianca ridisegna la strategia di gestione dell’arsenale atomico e domani il presidente Obama tornerà a Praga un anno dopo il suo discorso per un “mondo senza atomiche” per firmare l’accordo Start con la Russia sul limite massimo di 1.500 testate nei rispettivi arsenali. Negli Usa l’opposizione parla di «linguaggio e segnali destinati ad essere percepiti dai nostri nemici come elementi di debolezza». Il malumore dell’opposizione – scrive LA STAMPA – potrebbe creare problemi all’Amministrazione in vista della ratifica del trattato Start da parte del Senato, dove per l’approvazione servono 67 voti su 100, mentre i democratici ne hanno solo 59. Obama però si mostra sicuro di riuscire a unire il Congresso dietro di sé: «Abbiamo compiuto un passo per fermare la proliferazione, prevenire il terrorismo nucleare e avvicinare il giorno in cui queste armi non ci saranno più».

E inoltre sui giornali di oggi:

ANZIANI
CORRIERE DELLA SERA – “Anziani in affido per vivere più a lungo. Bonus ai volontari”, il comune di Milano offre 200 euro alle famiglie adottive. «L’affido allunga la vita». Il claim promozionale è pronto, la campagna – manifesti, opuscoli, passaggi radio e tv – partirà tra qualche settimana. Adotta un anziano, l’invito del Comune di Milano. Meglio: prendilo in affido, curalo a distanza. In cambio c’è un bonus mensile in denaro, duecento euro di media per ogni famiglia «volontaria». Il meccanismo è semplice. Gli assistenti sociali individuano il bisogno, mentre gli uffici del Comune si occupano di raccogliere le domande delle famiglie. Poi scatta la fase della selezione. Colloqui, test psicologici, un primo periodo di prova. L’«adozione» arriva solo alla fine, quando la famiglia incontra e fa conoscenza del «suo» anziano. L’impegno non è codificato, però è costante, quotidiano. C’è il pranzo con la famiglia «adottiva», ma ci sono soprattutto le occasioni di svago. Il parrucchiere, ma anche un cinema, un teatro. «L’anziano è per natura diffidente, non è sempre così semplice», mettono in guardia i responsabili del servizio. A Milano l’affido esiste da una decina d’anni. Partito un po’ in sordina, in via sperimentale, è rimasto negli anni sotto traccia, poco conosciuto e pochissimo reclamizzato. Oggi coinvolge non più di trenta over 80 in tutta la città. Ora si punta a triplicare».  

PAPA
IL MANIFESTO – L’apertura e la foto di prima pagina sono dedicate alla questione pedofilia «Pio onnipotente» è il titolo scelto collegato a un sommario che recita: ”Le accuse a Benedetto XVI per lo scandalo dei preti pedofili come quelle a Pio XII sui silenzi nei confronti delle persecuzioni degli ebrei”. Dopo padre Cantalamessa, è il cardinale Sodano a scatenare la polemica: errori e mancanze di sacerdoti usati come armi contro la Chiesa. Amos Luzzato al manifesto: “Un paragone improprio”. Al tema è dedicata l’intera pagina 8 con tre articoli: l’intervista a Luzzato, la posizione di Sodano e una nuova puntata delle accuse del New York Times. 

LA STAMPA – “Vaticano-ebrei, nuove tensioni”. Apre con questo titolo LA STAMPA di oggi. Il paragone del cardinale Angelo Sodano fra gli attacchi di queste ultime settimane a Ratzinger a quelle fatte a Pio XII per il suo silenzio sulla shoah «riapre il fronte con l’ebraismo» scrive LA STAMPA. Sodano ha detto che «dietro gli ingiusti attacchi al Papa ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al vangelo» e ha parlato di «contrasto culturale»: prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X poi l’offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante la seconda guerra mondiale e infine quella contro Paolo VI per l’Humanae Vitae». Il rabbino Giuseppe Laras ha parlato di «una mossa sbagliata, disperata, che nasce da una drammatica confusione ai vertici della Chiesa «segno di una «strategia difensiva impulsiva e tutt’altro che ragionata». LA STAMPA riferisce un altro passaggio del discorso di Sodano, sul rischio di generalizzare: «Se qualche ministro è stato infedele, non si può e non si deve generalizzare. Certo ne soffriamo, e Benedetto XVI ha chiesto scusa più volte. Ma non è colpa di Cristo se Giuda ha tradito.  Non è colpa di un vescovo se un suo sacerdote si è macchiato di colpe gravi. E certo non è  responsabile il Pontefice». Nel servizio a pagina 8 e 9 LA STAMPA include un ritratto di Jeff Anderson, l’avvocato Usa che ha strappato alle diocesi 60 milioni di dollari per il risarcimento delle vittime di pedofilia. E’ stato lui a fornire al “New York Times” i documento sul caso del prete di Milwaukee che hanno chiamato in causa Benedetto XVI e a lanciare l’offensiva legale che punta al cuore del Vaticano.

DROGA
IL GIORNALE – Nella pagine milanesi la notizia  che nel capoluogo ci sono 120mila consumatori occasionali e 20mila abituali  di droga. I dati da parte della sezione narcotici della squadra mobile. La Lombardia è la prima regione,  con il doppio di Lazio e Sicilia,  per quantitativo di cocaina sequestrato dalle forze dell’ordine  e fra le droghe sale l’hashish con 9786,99 kg sequestrati.  Commenta queste cifre Riccardo Gatti: «La droga non è più legata  all’emarginazione, la droga oggi c’è  nei luoghi  dove c’è maggior scambio sciale, come le discoteche».

AVVENIRE – Reportage da Bangkok, dove i tossicodipendenti sono costretti a una riabilitazione obbligatoria che – denunciano Onu e Human Rights Watch – è basata su repressione e punizioni che sfociano spesso nella tortura. La linea è abbastanza diffusa in tutta l’Asia, oltre la Cambogia. In Cina il fenomeno è allarmante anche solo per i numeri: 140mila tossicodipendenti chiusi in 500 campi.

ENERGIE RINNOVABILI
IL SOLE 24 ORE – Lunga intervista a pagina 20 di Jacopo Giliberto all’amministratore delegato mondiale del gruppo Siemens, Peter Loescher. Importanti investimenti in Italia sull’energia solare e nel trattamento di biosolidi. Ma non basta. Il numero uno della società tedesca individua due altre tendenze a cui guardare per nuovi business e investimenti: i mutamenti demografici e l’incremento dell’urbanizzazione a cui sono legate esigenze che l’azienda vuole dare risposte.  «Il mondo del 2030 sarà più verde» dice Loescher «E la Siemens sarà più verde».

BIOCARBURANTI
LA STAMPA – “Biofuel? Non oltre il 5,6%”. La commissione europea ha commissionato uno studio al Food policy research institute per capire quale può essere la quota limite di biocarburanti destinati all’autotrasporto. Il verdetto è che non si può andare oltre il 5,6%: trasformare il cibo in carburante può essere rischioso per l’ambiente e può innescare l’impennata del costo di generi alimentari come il pane e la pasta. Secondo la direttiva europea dedicata alle energie alternative però entro il 2020 il 10% dei consumi del settore trasporti dovrà essere coperto da fonti rinnovabili, e se non si può andare oltre il 5,6% di biofuel, scrive LA STAMPA, centrare l’obiettivo diventa impossibile.

FISCO
ITALIA OGGI – In apertura il quotidiano economico titola “Segreto bancario kaputt”. L’articolo di Gabriele Frontoni racconta come «L’Ocse e il Consiglio d’Europa decretano la fine del segreto bancario. Le due istituzioni internazionali hanno messo a punto un protocollo di emendamenti alla Convenzione sulla mutua assistenza amministrativa in materia fiscale che impedisce ai Paesi firmatari di opporre la riservatezza degli utenti delle proprie banche o l’interesse di Stato di fronte a una richiesta di assistenza amministrativa proveniente da un’altra giurisdizione legata alla medesima Convenzione. È uno degli effetti della crociata del G20 contro i paradisi fiscali».

CARCERE
AVVENIRE – In occasione del mese di spettacoli teatrali aperti al pubblico a Bollate, mini-inchiesta sulle compagnie teatrali nate dentro un carcere. Il 43% delle carceri ha una compagnia, per un totale di 90 in Italia. Pioniere Armando Punzo, che fondò nel 1988 la Compagnia della Fortezza, anche se i primi esperimenti risalgono al 1982 con Renato Vannuccini e Luigi Pagano. Il fenomeno cresce a vista d’occhio sia nei numeri sia nella qualità. Il segreto? Per Punzo «recitare arricchisce a tal punto da cambiare la vita». Il suo obiettivo ora è quello di diventare il primo teatro stabile d’eccezione, con la possibilità di creare percorsi professionali anche per altre figure (i suoi carcerati attori sono già pagati), come lo scenografo o l’assistente audio. 

INQUINAMENTO
IL SOLE 24 ORE – Una brevissima, quasi nascosta, di taglio basso a pagina 20 recita laconicamente: «A Milano ogni giorno arrivano al pronto soccorso quasi 70 persone» a causa dell’inquinamento. In media 20 vengono ricoverate. Lo denuncia la ricerca Poemi (Pollution and emergency in Milan), finanziata dal Comune lombardo e coordinata dall’ospedale San Carlo Borromeo.

FAVELAS
IL MANIFESTO – Ultima pagina dedicata alle favelas brasiliane con reportage da San Paolo e Rio de Janeiro. Viene proposto un viaggio tra le favelas della due megalopoli brasiliane, sui cambiamenti in corso e sulle mire della speculazione edilizia che è strettamente legata ai futuri mondiali di calcio e alle olimpiadi. Si osserva: «(…) Ma si può scommettere che nel giro di qualche anno Elisvaldo e tanti altri abitanti di Dona Marta andranno a d ingrossare le fila della desolata zona nord. Probabilmente entro il biennio 2014-2016, quando Rio ospiterà prima i mondiali di calcio in Brasile e poi nientemeno che le olimpiadi. Prima di questi due avvenimenti la città che spende e che conta deve liberarsi dalle sue favelas troppo in vista e dalla reputazione che le circonda: narco-traffico, violenza e sparatorie».

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