Mondo
OBAMA. La reazione dei giornali americani
Le cure di Obama non guariscono gli scettici
La sanità americana è malata, ma President Obama con la sua performance di mercoledì sera davanti al Congresso riunito in sessione plenaria, ha dimostrato di scoppiare di salute e di essere pronto a giocare il tutto per tutto pur di firmare la riforma del sistema sanitario entro la fine dell’anno, magari prima di Thanksgiving day, il giorno del ringraziamento, che si celebra il quarto giovedì di novembre.
Sarebbe un bel regalo, soprattutto per qui 10 milioni di americani non coperti dall’assicurazione medica. Ma nonostante la grande performance in diretta televisiva degna dell’Obama elettorale, non tutti i commentatori della stampa americana si augurano, usando un’espressione italiana, che la battaglia politica di Obama arrivi a mangiare il panettone.
Ecco come alcuni giornali americani hanno commentato il discorso di Obama sulla riforma sanitaria.
Il New York Times. «Obama è riuscito a mostrare la sua autorità a un Congresso che ha cominciato a mettere in dubbio la sua fermezza, di dimostrare di essere un leader politico forte quanto lo e’ stato da candidato e di non essere un altro Jimmy Carter. Una cosa e’ creare e cavalcare un movimento politico, come ha fatto Obama conquistando la Casa Bianca, un’ altra e’ guidare un paese difficile e un Congresso politicamente diviso verso decisione dure che porteranno a vincitori e vinti». Obama fa notare il NYT «ha chiaramente deciso di parlare più agli americani che lo ascoltavano in televisione che ai parlamentari seduti davanti a lui».
Il Washington Post. Dopo un’estate in cui gli americani hanno sentito solo la versione dei detrattori e degli oppositori della riforma sanitaria, compreso quelli all’interno del suo partito, «ieri sera», ha scritto il «il presidente ha messo in chiaro che sarà un autunno di fuoco». Alle bugie e alle menzogne di questi mesi, seguiranno i fatti. «Invece di un dibattito onesto, abbiamo visto in atto le tattiche della paura. In troppi hanno usato il dibattito sulla riforma come un’opportunità per conseguire vittorie politiche di medio termine, anche al costo di derubare il paese di un’opportunità per risolvere le sfide a lungo termine». Con queste parole, fa notare il Washington Post, «il presidente ha cercato di risuscitare il dibattito dalle mire del sistema congressuale che incoraggia ritardo e ostruzione ma anche di difendere il ruolo del governo come promotore di giustizia sociale».
The Weekly Standard. “Un sacco di promesse, ma la matematica non torna“, è il titolo dell’analisi del settimanale conservatore. «I conti fatti da Obama per la riforma non tornano, lo sa lui e lo sanno anche i membri del suo partito. Ieri sera Obama non ha fatto altro che ripetere quello che ha detto in decine di discorsi».
San Diego Union Tribune. E’guerra dei numeri anche per quotidiano californiano. Nell’editoriale intitolato “Obama ignora le vere paure dei costi“ nonostante il giornale sia di principio favorevole alla riforma in questione, il Tribune si rivolge al presidente in questi termini: «Sorry Mr. President, il fatto che miracolosamente il sistema sanità diventa più vasto e meno costoso, e che è colpa della cattiva informazione se qualcuno non ci crede, è semplicemente non vero».
Los Angeles Times. Le spiegazioni del presidente nono sono abbastanza. E’ il live motive nell’editoriale intitolato “Dollars and Sense”. «Il fatto che il Congresso possa sostenere i costi della riforma di Obama riducendo gli sprechi, le frodi e gli abusi del Madicare e Madicaid, è pian killer attraente ma irreale».
Chicago Sun-Times. “Obama è in buona salute“ è il titolo dell’editoriale pubblicato dal quotidiano dell’Illinois. «Il discorso del presidente è stato un atto di coraggio politico, un chiaro messaggio da un presidente che sta combattendo per vincere».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.