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Obama: il Nobel per la Pace con l’elmetto

In questi giorni il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è a Roma dove ha incontrato Papa Francesco, Giorgio Napolitano e Matteo Renzi. Le prime paorle sul suolo italiano però le ha dedicate agli F35 dicendo che «preoccupano i tagli alla difesa di alcuni Paesi Nato»

di Lorenzo Alvaro

Obama è a Roma. È atterrato ieri intorno alle 21.30. Una visita istituzionale ricca e fitta quella del presidente Usa che prima ha incontrato Papa Francesco in Vaticano, con cui si è intrattenuto per circa 50 minuti. È stata poi la volta di un incontro con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per poi dare il via all'atteso bilaterale con il premier Matteo Renzi.

Tanti i temi trattati. Dall'Ucraina, in particolare sull'accordo di libero commercio e l'export del gas americano, all'Expo, su cui il presidente ha annunciato la presenza degli Stati Uniti, fino all'apprezzamento alle le riforme renziane per il rilancio dell'Italia.

Ma non è sfuggito che le primissime parole italiane di Barack Obama sono state dedicate al tema della difesa, in particolare al capitolo F35. «Preoccupano i tagli alla difesa di alcuni Paesi Nato», ha esordito Obama sottolineando che «è comprensibile quando c'è una crisi, ma la situazione in Ucraina ci ricorda che libertà non è gratis, dobbiamo pagare per l'addestramento del personale e per avere una forza Nato credibile e deterrente».

Nonostante le dichiarazioni del ministro degli Esteri, Federica Mogherini, che ha detto di non credere che «Obama si riferisse all'Italia quando lamentava un calo negli investimenti militari di alcuni paesi» a tutti è venuto automatico il collegamento col recente dibattito italiano, che vedeva in prima fila proprio Renzi e il ministro della Difesa Pinotti, sul ridimensionamento del progetto F35.

Un'incipit all'attacco insomma per Obama, un po' stonato visto che si tratta anche di un premio Nobel per la Pace.


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