Formazione

O la legge o il caos

Il diario della settimana

di Riccardo Bonacina

La sapete l?ultima? Per porre rimedio all’invasione delle nostre coste da parte dei disperati e sfruttati provenienti dalle aree più povere e tribolate del mondo è necessaria una vera e propria politica dell’immigrazione. Diciamo le cose come stanno, hanno blaterato ministri, parlamentari, tecnici e studiosi, ognuno a dir la sua mentre la criminalità organizzata si fa beffe di questo Paese e l?Europa ci guarda preoccupata. Qui serve proprio una legge dello Stato, capito?, una legge che addirittura disciplini i flussi di ingresso nel nostro Paese, che mobili i consolati, che faccia decollare i controlli alle frontiere e sul territorio, che studi meccanismi di inserimento nel mondo del lavoro. Basta scaramucce al Tg delle 20, basta blitz polizieschi, qui a questo punto si deve voltar pagina, si deve tornare a fare politica, chiaro? E la sapete un’altra cosa? Bisogna fare anche in fretta. Presto, subito una legge, perché quella attuale è piena di buchi, di voragini e non sta mica funzionando bene, vi pare? Nella speranza vivissima che Elio e le storie tese sapranno trarre da tutto questo lo spunto per un nuovo successo discografico, ci accingiamo ad assistere stremati all?epilogo in fondo più giusto di una tragedia da terra dei cachi. Il bene e il buon senso trionferanno ancora una volta, la ragione si prenderà la rivincita sulle tante idiozie (interessate e non) che hanno accompagnato albanesi e curdi (mezzi vivi o mezzi morti) sulle nostre spiagge. Fenomeni complessi come l?immigrazione si possono governare soltanto con gli strumenti della Politica e dell?esperienza, che poi sono l?analisi, il confronto, le scelte ponderate. La lezione che il Parlamento trarrà da questo fine agosto (ma non è ancora detto) di brutte figure sarà poi sempre la stessa. Una lezione applicabile a molti comparti dell?umano e civile convivere, si tratti di occupazione, di criminalità, di federalismo, dell?organizzazione di un Giubileo o di un?Olimpiade, dell?uscita dal Terrorismo o da Tangentopoli. Dentro al Palazzo dei cachi prima o poi si arriva sempre alla conclusione che la strada della Politica resta la più valida, se confrontata a quella dell?improvvisazione e degli slogan. Resta da capire, tuttavia, il gusto e l?interesse consolidato che in questo Paese si continua a coltivare per la gaffe istituzionale, per la rissa da cortile, per la bagarre pseudoculturale; che cosa spinge – per fare un esempio – ad appassionare tanta gente alla disfida del Mugello, Curzi-Di Pietro, con tutti i problemi ?politici? seri che pure affliggono la regione Toscana.


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