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Nuovo Tfr, una chance per la finanza etica
Banca Popolare Etica fa da apripista con Aequitas. E il Forum per la finanza sostenibile presenta gli standard di trasparenza. «Attenti alle operazioni di puro maquillage»
di Redazione
Solo otto fondi su 700 in pista. Per un valore di circa lo 0,06% del mercato. L?impatto della finanza etica sulla previdenza integrativa non è stato ad oggi tra più brillanti, anzi. Ora, però, con la riforma del Tfr pronta ai blocchi di partenza per scattare il 1° luglio 2007, cambiano la carte in tavola e soprattutto la posta in gioco, che ammonta a 13 miliardi di euro l?anno.
Per incentivare gli investimenti socialmente responsabili, la nuova legge impone alle forme pensionistiche complementari di dichiarare nel resoconto annuale se e in quali misure vengono presi inconsiderazione aspetti etici, sociali e ambientali. «Una norma in grado da far da volano all?intero comparto», afferma <b>Fabio Salviato</b>, presidente di Banca popolare etica, che a breve lancerà ufficialmente Aequitas, il primo fondo pensione etico della nuova riforma nato in collaborazione con il gruppo assicurativo trentino Itas. «Si tratta di un prodotto», continua Salviato, «che funziona esattamente come gli altri della linea etica del nostro istituto: uno screening positivo e uno negativo di investimento, per selezionare solo le aziende che adottano le best practice della csr ». Un investimento prudente, per chi non vuole rischiare. Ci sarà anche un?attenzione, per circa il 10% del portafoglio, alle imprese non quotate, con solidi piani di ristrutturazione. E per ogni sottoscrittore verranno devoluti 5 euro all?anno per progetti di microfinanza». Intanto il mondo dei fondi pensione non sta a guardare. Martedì 27 febbraio a Roma nella sede dell?Abi, il Forum per la finanza sostenibile presenta le linee guida per la trasparenza in chiave di investimenti csr dei fondi pensione. Alla base dell?incontro c?è un documento di autoregolamentazione a cui aderiscono diversi big del settore.
Rischio credibilità
Tra questi Assofondipensione, che raccoglie 25 fondi rivolto a 600mila lavoratori coinvolti, rappresentato dal segretario generale <b>Maurizio Agazzi</b>, direttore di Cometa, il fondo dei metalmeccanici. «La scelta», spiega Agazzi, «di seguire criteri di finanza socialmente responsabile è un impegno importante e mi auguro decisivo per rilanciare la finanza etica in Italia. Ma la volontarietà dell?adesione a questi standard non è immune da rischi. Infatti temo che possa produrre effetti collaterali come operazioni di puro maquillage, giusto per attrarre i lavoratori ». E quindi avverte: «Bisogna essere chiari e netti. E presentare alle persone un piano di investimenti che deve rimanere tale e quale nel tempo. E non cambiare in corsa, secondo le convenienze, lasciando da parte l?interesse per la csr. Perciò credo che la Covip (l?organismo di vigilanza sui fondi pensione, <i>ndr</i>) debba intervenire al più presto, stabilendo dei punti fermi a cui tutti devono attenersi».
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