Cultura

Nuovo terremoto in Salavador: decine le vittime

Una intensità di 5,7 gradi della scala Richter, e nuovo dolore. La testimoninaza di un operatore di Save the children

di Riccardo Bonacina

Mentre i giornali e le agenzia di stampa internazionali si soffermarono inizialmente sulle macerie e sui detriti che venivano giù dalle colline in un’area residenziale della capitale, i danni maggiori erano riportati nelle province del paese, in special modo nelle aree rurali. La quantificazione dei danni totali deve essere ancora terminata, mentre il numero di case distrutte è salito, ad oggi, a 75.000 con oltre 120.000 gli edifici impraticabili. Più di 1 milione di abitanti, l’equivalente del 15-20% dell’intera popolazione, vivono in condizioni precarie a seguito del disastro. Dal 13 gennaio ad oggi sono state avvertite 3000 scosse sismiche di intensità più o meno elevata; una delle quali di intensità pari al 5,4 della scala Richter registrata giovedì 8 febbraio alle ore 4:23 del mattino che, a 26 giorni dal terremoto ha generato uno stato di ansia e tensione tra la popolazione, quando la vita nel paese cominciava a tornare lentamente alla normalità. E oggi un altra, terribile scossa, che ha provocato ancora decine di vittime

Il World Food Programme (WFP) ha annunciato che metterà a disposizione 10 milioni di dollari per i soccorsi di cibo nelle zone più colpite, incluse quelle aree dove opera Save the Children. Le Nazioni Unite, in collaborazione con il governo locale, hanno lanciato un appello per la raccolta di 35 milioni di dollari per rimediare ai bisogni immediati e per iniziare la ricostruzione e riabilitazione delle infrastrutture per i prossimi sei mesi.

Soni i bambini la categoria più debole in questi frangenti; più di 200.000 i bambini senza casa a causa del terremoto; 600.000 bambini hanno subito uno sconvolgimento della propria vita quotidiana.

Mentre molte scuole hanno riaperto, i danni causati dal terremoto e la necessità di aule ha reso l’insegnamento difficile. Il Ministero della Pubblica Istruzione ha reso noto l’8 febbraio che 91 scuole sono state completamente distrutte e devono essere demolite e ricostruite; 273 altre scuole hanno bisogno di notevoli interventi prima che possano tornare ad essere agibili. Il Ministero della Pubblica Istruzione creerà, in collaborazione con Save the Children, 200 classi provvisorie per sopperire al problema di aule adibite all’insegnamento.

I terremotati rimasti senza tetto hanno recentemente formato blocchi stradali per protestare contro la mancata risposta del governo nel risolvere i loro problemi e rispondere ai loro bisogni. L’ammontare dei danni ed i bisogni che si sono creati di conseguenza, specialmente per quanto riguarda la creazione di rifugi temporanei, è di gran lunga superiore a quanto El Salvador ha ricevuto ed ha destinato al ripristino e all’assistenza delle zone colpite.

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