Volontariato

Nuovo servizio civile, VITA al tavolo per la riforma

di Redazione

L’appuntamento è fissato per martedì 20, giorno in cui il ministro Andrea Riccardi ha convocato un primo momento di confronto per la riforma del servizio civile. Una tavola rotonda alla quale, oltre ai parlamentari che in questi anni hanno presentato proposte sul tema (Carlo Giovanardi – Pdl, Erica Rivolta – Lega e Marina Sereni – Pd), arriverà anche il Manifesto per un servizio civile universale lanciato da Vita ( www.vita.it/serviziocivilepertutti). Nel frattempo, fra i punti in agenda dello scorso 8 marzo (giorno in cui a Roma il comitato editoriale di Vita ha incontrato una rappresentanza dell’Intergruppo per la sussidiarietà, vedi servizio nella pagina a lato) naturalmente ha fatto breccia anche la crisi del servizio civile. È stata questa l’occasione per l’onorevole democratico Luigi Bobba di aggiungere la sua firma a quella delle circa mille adesioni al documento («concordo pienamente con l’iniziativa che ha preso Vita»), ma anche per fare un appello all’unità del fronte degli enti: «Se davvero vogliamo dare uno statuto diverso al servizio civile, in modo che sia un diritto e magari diventi anche obbligatorio, occorre che l’idea sia condivisa da un numero largo di soggetti. Dopo di che in Parlamento possiamo anche muoverci, ma non prima di aver raggiunto questa condivisione». Bobba non ha dubbi: «Da parte mi rifaccio al pensiero di Andreatta: accanto al diritto va messo il dovere di svolgere il servizio civile». «Proseguendo su questa strada», aggiunge l’ex presidente delle Acli, «avremmo due ancoraggi molto robusti: il primo è quello della cittadinanza attiva, il secondo quello di uno strumento di avviamento al lavoro».
Il rilancio dell’istituto fondato con la legge 64 del 6 marzo 2001 ha calamitato, quasi nelle stesse ore, anche l’attenzione del Tesc – Tavolo ecclesiale sul servizio civile, che ben conosce la proposta del nostro Manifesto. Il neodirettore della Caritas, don Francesco Soddu ha usato toni molto allarmati: «Il dato incontestabile da cui partire è il progressivo inaridimento degli spazi offerti ai giovani per forme di educazione alla cittadinanza e al servizio». Un inaridimento causato «da una progressiva “disattenzione” dello Stato e dalla consistente riduzione dei finanziamenti», anche a prescindere «dalle ristrettezze di bilancio imposte dall’attuale crisi economica».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA